Siamo ormai a dicembre e la vostra tessera della palestra fatta a settembre ad abbonamento annuale, per risparmiare, è ancora illibata? Niente paura, LunchBoxDave vi conosce meglio di voi stessi e per venirvi in soccorso si è inventato il fitness rap.
LEG DAY, fuori oggi per Sony e prodotto da BVRGER, è il primo video ufficiale che segna il debutto del rapper romano. Per chi cammina sulle proprie gambe da una vita intera, girando il mondo tra scuola e arte, il leg day è tutto tranne quella sessione da saltare nella vita di palestra. Per LunchBoxDave assume infatti i contorni di metafora esistenziale: correndo verso il picco, le gambe sono i motori della sua ascesa. In LEG DAY il mondo del fitness e quello del rap si intrecciano in un brano di forte impatto e lontano da contaminazioni trap, in cui la produzione di BVRGER esalta il flow del rapper romano, capace di fare della routine da palestra un inno motivazionale all’ultimo respiro. Con un’esistenza vissuta tra arte e fitness alle spalle, LEG DAY non può che essere il manifesto perfetto per il debutto discografico del rapper, per anni personal trainer. Come al primo giorno di palestra, LunchBoxDave ti lascia le info nel plico, messe in rima e sopra base: premi play e inizia a squattare:
Crediti video: Scritto da LunchBoxDave, BVRGER, Stefano Graziani | Diretto da Mattia Di Tella ed Emanuele Quartarone | Montaggio : Mattia Di Tella | Aiuto regia e fotografia : Emanuele Quartarone | Produzione esecutiva : BVRGER | Management LunchBoxDave : SOULUVMUZIQ | Organizzazione generale : Stefano Graziani | Location : Training Factory | Location : Saporiti Studio
Abbiamo raggiunto LunchBoxDave poco prima dell’uscita del suo primo video per scoprire quali sono i 5 pezzi che più hanno influenzato il suo percorso artistico. E se dopo LEG DAYS avete la lingua fuori e il fiatone, niente paura, potete mettervi comodi sul divano perché quello che arriva ora è per scaldarvi il cuore:
IN THE END
Sono particolarmente affezionato a questa band. Nel periodo adolescenziale, come sicuramente altri in quella età, si vivono momenti turbolenti e di conflittualità, con se stessi e con gli altri. E soprattutto, il tempo sembra scorrere troppo velocemente e al di fuori del nostro controllo. Questo brano, dalle prime volte che “ci siamo conosciuti”, mi ha sempre aiutato ad analizzare e chiarire la mia posizione nel mondo e con il mondo.
SOUL SURVIVOR
È stata la colonna sonora del mio trasferimento a Londra. Ricordo che la prima cosa che feci appena arrivato fu comprare immediatamente il CD dove è presente questo pezzo. Il racconto di Jeezy, che mostra come nelle strade di Atlanta sia difficile sopravvivere, l’ho sempre utilizzato come motivazione per affrontare questa nuova sfida, senza un soldo in tasca in una città a me completamente sconosciuta. Alla fine, sono stato un Survivor.
JOHNNY
Questo brano è un chiaro esempio di quanto la musica possa dipingere perfettamente la mia vita e le mie esperienze. Quando ero piccolo, ho vissuto on and off in Sicilia. Ricordo quel periodo come un’esperienza agrodolce. Ero in prima elementare, ed ero l’unico bambino di colore di tutto l’istituto. Spesso i bambini mi deridevano per la diversità del colore della pelle. Spesso sfociava in bullismo. Ma sono bambini, ci sta. La cosa che mi ferva maggiormente erano i professori, che avevano quasi disgusto nell’interagire con me. Quando ero fortunato era un palese menefreghismo. Spesso non riuscivo a parlarne a casa, perché mia madre lavorava molto e quello che ricevevo da lei non placava la tristezza, rabbia, delusione e tristezza che provavo in quei momenti. Questa canzone è stata il genitore che mi ha sempre ascoltato, la spalla su cui asciugare le lacrime, ed il mio modo di parlare con chi in quel momento non poteva ascoltare.
CIRCLES
Ero incastrato in una relazione distruttiva. Ad essere giusti, non è stata sempre così, ed ho tantissimi bei ricordi. Ma allo stesso tempo, mi lasciò delle cicatrici (non solo emotive) che solo dopo tempo sono sparite. Convivevo con questa persona, ed ero arrivato al punto nel quale anche il solo stare nella stessa stanza era fonte di discussioni e sofferenza. Preferivo stare al lavoro piuttosto che tornare a casa. Proprio nel tragitto casa/lavoro e viceversa, ascoltavo in repeat questo brano, come un mantra. Proprio come descritto nella canzone, ero incastrato in un circolo emotivo, dal quale dovevo assolutamente uscire.
E più ne ero in mezzo e più ne ero intrappolato.
Una mattina cantai a me stesso questa canzone allo specchio, come una specie di ipnosi o una sorta di autosuggestione. Così la sera quando, mi sono visto con lei, trovai la forza di spezzare questo circolo e liberarmi di un peso enorme.
YOU ARE THE SUNSHINE OF MY LIFE
Questa è la ninna nanna che mi cantava mia madre per dormire. È uno dei brani ai quali sono più legato, non solo per il suddetto motivo, ma soprattutto perché da quel momento in poi e, per tantissimi anni, è stata la personificazione (o meglio musificazione) del rapporto che ho sempre desiderato con mia madre. Purtroppo non siamo andati sempre d’amore e d’accordo. Ma non perché non mi volesse bene, anzi. Per anni ha combattuto con una dipendenza, e questo ha tolto molto al nostro rapporto. La canzone era il mio legame con quella persona che per troppo tempo non era più lei, ed il mio rifugio quando avevo bisogno di lei.