Bruno Belissimo è uno degli artisti più eclettici della scena indipendente italiana: producer, dj e polistrumentista, la sua musica è fatta di sperimentazioni e contaminazioni che solleticano le orecchie e mettono in movimento le gambe. Ascoltare le sue canzoni restando fermi? Impossibile! Le sonorità elettroniche si mescolano al funk dando vita a una dance raffinata, al contempo retro e futurista, che prende per mano e porta in un universo liquido e in continua evoluzione.
Questa sera, venerdì 6 settembre lo show di Bruno “Live with the drums” farà tappa al Garden Fest di Viadana. Sul palco con lui, alla batteria, il fratello gemello Bonito Belissimo: quando la genetica si unisce a favore del groove non possono che nascere perle incredibili. A poche ore dal live, abbiamo fatto una chiacchierata con Bruno, che ci ha raccontato alcune curiosità sul suo ultimo album-mixtape “Stargate”, sui concerti e i progetti futuri.
Il tuo ultimo progetto è “Stargate”. Raccontaci la scelta di questo tuo album-mixtape che, tra sonorità elettroniche e funk, strizza l’occhio alla culture club.
Volevo fare un album che non fosse la solita raccolta di tracce ma più un grande stream di beats, pezzi mai finiti, cazzate senza una vera forma canzone e il tutto sfacciatamente orientato verso la dance. È stato molto divertente perché mi sono sentito libero di poterci mettere quello che volevo e così è stato! Poi ho svuotato i miei hard disk di pezzi incompiuti quindi sono molto contento.
Lo stai portando in tour e sarai tra i protagonisti di Garden Fest a Viadana. Cosa dobbiamo aspettarci dal nuovo show “Live with drums”?
Ora sul palco sono con mio fratello gemello Bonito. Il live con lui è molto più vario, potente e ha preso una leggera vena prog che mi piace molto. È sempre una grande festa come nei miei live in solo, ma adesso siamo in due a farla… in tanti ci si diverte di più!
E com’è il rapporto con Bonito, già batterista di Colapesce (tra i vari), su e giù dal palco?
Io e mio fratello siamo molto legati da sempre. Era da tempo che covavo il desiderio di arricchire il mio live set con un altro elemento da portare sul palco insieme a me, quindi aggiungere Bonito alla batteria è stata una scelta molto naturale. Abbiamo una grande intesa e credo che lo show con lui sia ancora più coinvolgente e originale.
Di recente hai pubblicato anche il singolo “Perfetto”. Se dovessi scegliere un solo brano tra le tue produzioni. Quello a cui se più legato e perché.
Il pezzo al quale sono più affezionato è sicuramente Saint Tropez. Stavo guardando “Operazione San Gennaro” e quando ho visto la scena con Nino Manfredi che diceva “San Marino, San Francesco, San Tropez” mi sono illuminato! Ho tagliato subito la frase e scritto una base su quelle tre parole. Tutto è venuto cosi naturalmente che tutto il pezzo per me è una folgorazione. È anche uno di quelli che preferisco suonare dal vivo.
Sei, di fatto, un veterano della scena indipendente italiana, ricordo ancora quando ti esibivi con i tuoi Low Frequency Club e un certo Cosmo con i suoi Drink to me. Cos’è cambiato oggi, tempi moderni (come il titolo di una tua canzone), secondo te?
Non ho mai pensato di essere un veterano ma in effetti è vero! Credo che adesso tutta la scena sia molto più grande e importante, è forse un po’ tutto più facile perché c’è più interesse in generale verso la musica, diciamo cosi, non commerciale (anche se ormai queste differenze lasciano il tempo che trovano). Ho sempre fatto quello che volevo, divertendomi forse questo è il motivo per cui sono ancora in giro.
Dal nostro punto di vista le tue release e di Vulcano, esempio Typo Clan, sono eccezioni, belle e coraggiose, nel panorama attuale. Rispolvereresti quindi un progetto forte come Low Frequency Club di matrice elettro funk a tratti nu rave cantato esclusivamente in Inglese, o credi che la via maestra, vedi la conversione di tanti artisti a cantare in italiano, sia di matrice “it pop”?
Con Vulcano, di cui faccio parte, cerchiamo di tenere un profilo particolare e originale. Non so se rispolvererei i Low Frequency Club, quello è un progetto figlio degli anni che furono, anche se sicuramente propedeutico per tutto ciò che ho fatto dopo. Come nel caso dei Typo Clan cerchiamo di proporre artisti che, sia che cantino in Italiano o in Inglese o in qualsiasi altra lingua, abbiano un appeal innovativo sia per la scena alla quale appartengono sia al mercato estero.
A questo punto l’ultima domanda, prima di salutarci, vien da sé. Progetti per il futuro?
Sto scrivendo molto per e con altri artisti, ampliando cosi il mio linguaggio come produttore oltre che come performer. Sto lavorando alla colonna sonora di due film che usciranno l’anno prossimo e a progetti più commerciali come sound designer. Mi piacciono un po’ tutti gli aspetti di questo lavoro, da Vulcano Produzioni (lo studio che ho a Bologna insieme a Marco Caldera) abbiamo un bello studio quindi mi butto in tutto quello che posso fare per metterci del mio. Ho inoltre iniziato una serata mensile a Bologna che si chiama “Bello Ballabile” dove metto i dischi, altra cosa che voglio fare sempre più spesso.
photo © Ivo Pisanti