Ci sono voluti 7 anni per il ritorno dei Wild Nothing in Italia. 7 anni in cui, da band di culto ma comunque di nicchia, i Wild Nothing hanno ampliato il loro pubblico, regalandoci altri 2 album fra cui il recente Indigo: dopo le date di Milano e Roma, sabato erano al Covo Club di Bologna per presentare proprio questo lavoro.
Per chi non lo conoscesse, invece, il Covo è uno dei locali in Italia in cui è più facile creare alchimia fra gruppo e pubblico: le dimensioni ridotte, la lunga sala buia, l’obbligato passaggio delle band fra i fan per salire e scendere dal palco sono ingredienti che creano sempre un’atmosfera che è difficile trovare altrove. Le condizioni perfette per una band con un seguito grande ma non enorme come i Wild Nothing, che hanno ripagano le tante persone presenti (sold out annunciato, e che puntualmente si è verificato) con una set list che ha messo insieme i vecchi classici, b-side e, naturalmente, le nuove canzoni.
È proprio con un classico che Jack Tatum e soci salgono sul palco: Nocturne, che trascina tutta la sala nei suoni onirici loro tipico marchio di fabbrica. Com’è normale per il genere, l’atmosfera del concerto si scalda in crescendo, diventando via via più trascinante. L’innesto sul palco di un sax, ad accompagnare le classiche tastierine, porta la band in territori ancora più 80s, a tratti ipnagogici.
I nuovi pezzi, come Partners in Motion, dimostrano live di innestarsi perfettamente nel loro repertorio, e il concerto fila via con continuità, per la soddisfazione sia di chi magari li conosce da poco, sia dei fan della prima ora, a cui vengono regalate Chinatown, Paradise, ma anche pezzi più inaspettati come A Dancing Shell, una chicca dall’Ep del 2013 Empty Estate.
Dopo 16 canzoni e circa un’ora e mezzo di concerto, i Wild Nothing salutano un pubblico completamente rapito. Li ritroveremo, pochi minuti dopo, in pista a ballare in mezzo alle persone che fino a poco prima li guardavano estasiati da sotto il palco. Uno di quei momenti che, in un periodo in cui quando si parla di indie, soprattutto in Italia, si pensa ormai solo a gruppi più o meno discutibili che suonano nei palazzetti, ti ricorda che c’è ancora spazio per una scena diversa, se solo la si vuole cercare.
foto cover credit @ wild nothing official page