Lontana dall’intento di scrivere un masterpiece della letteratura italiana, ho voluto comunque riprendere dal buon vecchio Thackeray (e non da Marchetti, attenzione) la serialità delle narrazioni che si susseguono in Vanity Fair e su quella falsa riga costruire un altro tipo di storie.
Anzi, più che storie, le mie vogliono essere delle immagini che cercano di legare alla musica di un brano le sue possibili evocazioni di ambito stilistico, tale che, in questa fiera della vanità, a sfilare siano gli artisti vestiti delle loro note, dei colori invisibili che solo con un orecchio attento si possono percepire.
Sulla passerella della vanità, lasciamo che a succedersi sul catwalk (di artisti e musicisti), sia invece la nudità dell’indie.
Bluem, Tarta Relena, Carmina XVII
Se utilizzassimo una definizione che sia quella di “avere un outfit della madonna” nel senso letterale proprio, allora Bluem ne diventa una sua esplicitazione. Una veste quella dell’artista sarda che però mette insieme il riferimento alla sacralità con il capo coperto ma allo stesso tempo la tradizione, sarda per l’appunto, che si ritrova nella fattispecie della gonna che Bluem indossa. Ed è proprio questa unione del sacro e del profano (se vogliamo) che diventa anche questa volta la base fondamentale di partenza per il suo nuovo singolo, che vede la collaborazione con il duo elettronico catalano Tarta Relena e la produzione di Fugazza e che tutto insieme genera un connubio poetico e catartico come piace a noi. (foto di copertina @ Valeria Cherchi)
Saint Huck, When It All Began
Colori primari e pennellate vive per la copertina del nuovo album di Saint Huck, un disco questo che porta in se tutta la memoria del tempo passato da cui è stata appena tolta un velo di polvere. Un velo e non una manciata perché l’artista siciliano racconta con nitidezza e lucidità il momento in cui tutto ha avuto inizio, il racconto della perdita della madre nel giorno del suo decimo compleanno, ma anche del giorno in cui si è avvicinato alla musica e come questa sia diventata per lui un nuovo canale linguistico da cui non si è più separato.
Vipera, Il Matto
Una performance che mette al centro il corpo e la gravità che insiste su di esso, che lo tiene schiacciato al suolo: questa è quella che vediamo nel video di Vipera e del suo nuovo singolo “Il Matto”. Una ballad gotica che ha il ritmo di una marcia. Nel video, l’artista mette insieme la fisicità del moto corporeo, che come un liquido o un matto (?) scende e risale le scale di una gradinata, ma non solo. Misticismo e sperimentazione diventano altri elementi fondanti di un lavoro che non può che presagire buone nuove!
Seggiani, sonounramooo
Lo vediamo incappucciato con un passamontagna nero Seggiani nel suo nuovo singolo “sonounramooo”, un brano techno che viene ballato per esorcizzare la paura. “sono un ramo nell’inverno, sono un ramo nell’inverno, sono un ramo nell’inverno”, ripete con ritmo ossessivo l’artista sopra la base della cassa: un attacco di panico, una paranoia o uno stato onirico. Sta a noi interpretare questa canzone multisfaccettata a seconda della nostra esperienza…e della voglia che abbiamo di ballare.
Alfonso Cheng, Visconti, Nocera by Night
Una miscela post punk e chitarre distorte il tutto in chiave lo-fi, stiamo parlando del nuovo singolo di Alfonso Cheng e Visconti. Un brano che ci ispira un outfit urban y2k che non osa troppo perché in una Nocera By Night non c’è mai l’occasione adatta per sfoggiare un look troppo curato, in una Nocera By Night ci si annoia, ci si ubriaca e si attende che anche questo weekend alla fine passi in fretta per lasciare spazio ad una nuova settimana in arrivo.