Lontana dall’intento di scrivere un masterpiece della letteratura italiana, ho voluto comunque riprendere dal buon vecchio Thackeray (e non da Marchetti, attenzione) la serialità delle narrazioni che si susseguono in Vanity Fair e su quella falsa riga costruire un altro tipo di storie.
Anzi, più che storie, le mie vogliono essere delle immagini che cercano di legare alla musica di un brano le sue possibili evocazioni di ambito stilistico, tale che, in questa fiera della vanità, a sfilare siano gli artisti vestiti delle loro note, dei colori invisibili che solo con un orecchio attento si possono percepire.
Sulla passerella della vanità, lasciamo che a succedersi sul catwalk (di artisti e musicisti), sia invece la nudità dell’indie.
Elasi, Willie Peyote, AUTOSTOP
Outfit matchati e dalle vibe disco anni Settanta, Elasi e Willie Peyote si immedesimano in una coppia che racconta le varie fasi dell’amore, il tutto a suon di beat super catchy ed elettronici. Incomunicabilità e difficoltà nel lasciarsi andare sono le questioni che si ritrovano ad affrontare questa accoppiata esplosiva. Allontanarsi o trovare proprio in questa difficoltà il motivo di unione? “AUTOSTOP” ce lo spiega meglio.
Marta Tenaglia, After Verecondia
Riaffiora dal pelo dell’acqua la cantautrice milanese Marta Tenaglia, strappandosi (letteralmente e metaforicamente) di dosso i vestiti che la società le ha cucito addosso, rimanendole sulla pelle solo dei piccoli brandelli. “After Verecondia” è il disco in cui l’autrice più si mette a nudo, e non ha paura di farlo, ma anzi, ha finalmente trovato la sua dimensione nel mondo, superando poco a poco il timore di essere giudicati o biasimati dagli altri per le proprie scelte.
BIG CREAM, Quiet Quitting / Doppelgänger
Giacca e cravatta, uomini in berlina e valigette squadrate rigorsamente in pelle: non è un film distopico ma l’immaginario della nuova doppia uscita della band bolognese BIG CREAM. Sia “Quiet Quitting” che “Doppelgänger” sono un inneggiare allo slegarsi dalle catene sociali, dove quest’ultime sono interconnesse con quelle tecnologiche. Influenzati dal cinema di Cronenberg, in particolare dal film Videodrome, i BIG CREAM cantano di un mondo che sta andando in rovina senza più etica né morale.
Claudym, UOMINI ALFA
Faccia incazzata e outfit da clubbing, senza badare troppo alla gonna troppo corta o alla scollatura troppo in vista, come è giusto che sia. Claudym si fa portavoce di tutte quelle ragazze che sono costrette a vivere come uno stress anche una semplice girl night out. L’artista infatti non ha timore di beffarsi della società patriarcale in cui siamo immersi e che difficilmente riusciamo a scrollarci di dosso.
Club Rivera, Elements
Uniscono jazz londinese alla fusion partenopea, creando ponti tra l’Italia e la Svezia: stiamo parlando del duo Club Rivera e del loro primo album “Elements”. Una commistione di generi eterogenei e non, prodotti con sapienza e gusto. I Club Rivera ci regalano un immaginario naturale e surreale allo stesso tempo in grado di catturare l’ascoltatore e di portarlo in un’esperienza sonora fuori dal comune.
Pier, Cumulonembi
Schiarite e rasserenate sulla musica di PIER e del suo nuovo singolo “Cumulonembi”, un brano che di grigio e uggioso non ha forse nulla. Ma anzi è la speranza che qualcosa di bello e positivo possa accadere a rendere il brano solare (ascoltandolo con dedizione). Tra chitarre armonizzate e synth, PIER ci guida sulla strada giusta verso il sereno.