Lontana dall’intento di scrivere un masterpiece della letteratura italiana, ho voluto comunque riprendere dal buon vecchio Thackeray (e non da Marchetti, attenzione) la serialità delle narrazioni che si susseguono in Vanity Fair e su quella falsa riga costruire un altro tipo di storie.
Anzi, più che storie, le mie vogliono essere delle immagini che cercano di legare alla musica di un brano le sue possibili evocazioni di ambito stilistico, tale che, in questa fiera della vanità, a sfilare siano gli artisti vestiti delle loro note, dei colori invisibili che solo con un orecchio attento si possono percepire.
Sulla passerella della vanità, lasciamo che a succedersi sul catwalk (di artisti e musicisti), sia invece la nudità dell’indie.
Santa Rosalia, A capofitto
Il fantasmagorico e misterioso collettivo che si cela dietro l’aura di una Santa (Rosalia), ritorna con un nuovo singolo “A capofitto”. Di loro colpisce sempre l’attenzione per l’arte e proprio per questo motivo, per il mistero, per qualcosa di enigmatico, come spesso è anche la vita. La sperimentazione dei suoni e le nuance vintage e sfocate che hanno i loro brani, riconfermano anche stavolta la bellezza oggettiva delle loro creazioni.
Esteban, Nuvola
Di Esteban ci ha sicuramente colpito lo stile, non necessariamente quello del vestiario, di quello che si indossa, quanto quello di raccontarci il suo colorato e strano mondo. Nel suo album “Nuvola” ogni brano viaggia nell’etere puntando all’infinito. Il Cile, lo yoga, il calcio e chiaramente la musica, sono i minimi comun denominatori del suo progetto e del disco, che fa respirare aria di libertà già dal primo ascolto.
Maurizio Carucci, Paura
La paura fa novanta, ma con Maurizio Carucci fa anche ballare. La sua nuova “Paura” ci porta alla disco anni Ottanta, quelle delle discoteche (luoghi ormai persi nel dimenticatoio di serate prepandemia) con luci stroboscopiche e outfit color alluminio, come quelli che ricordano le tute per andare nello spazio. Sì, perché forse è proprio lì, in quel posto in cui possiamo fluttuare nell’aria, che possiamo a suo modo sentirci davvero liberi.
Clever Square, Eugenia Fera, Soccer Rules
Sono maestri dei collage i Clever Square: basta soffermarci sulla loro copertina che vede un connubio di tratti a matita con commistione di ritagli presi prestito da altri schizzi e disegni. Trasferiamo tutto ciò anche a livello musicale ed ecco che abbiamo come risultato “Soccer Rules”, il loro nuovo singolo registrato insieme a Eugenia Fera, che come in un collage appunto, “appiccica” la sua voce alle note altrettanto dolci e delicate dei Clever Square.
Pearz, Saudade
Ricorda un film dei primi anni Venti con un tocco di modernità, il nuovo singolo di Pearz, “Saudade”. Lo conferma il video e la copertina firmata l’acclamata graphic designer Raissa Pardini. Un misto di nostalgia dei tempi che non abbiamo mai vissuto e una fascinazione per il vintage sono le parole chiave per assaporare un singolo che ci riporta alle musicalità della bossa nova brasiliana con ambientazione Londinese. Insomma, un mash up di colori, stili e generi che rendono il singolo particolare e intrigante.