Lontana dall’intento di scrivere un masterpiece della letteratura italiana, ho voluto comunque riprendere dal buon vecchio Thackeray (e non da Marchetti, attenzione) la serialità delle narrazioni che si susseguono in Vanity Fair e su quella falsa riga costruire un altro tipo di storie.
Anzi, più che storie, le mie vogliono essere delle immagini che cercano di legare alla musica di un brano le sue possibili evocazioni di ambito stilistico, tale che, in questa fiera della vanità, a sfilare siano gli artisti vestiti delle loro note, dei colori invisibili che solo con un orecchio attento si possono percepire.
Sulla passerella della vanità, lasciamo che a succedersi sul catwalk (di artisti e musicisti), sia invece la nudità dell’indie.
TROPICO, Cesare Cremonini, Fantasie
TROPICO ci fa immergere nelle sue “Fantasie” quelle che sanno di “meravigliose inquietudini” e che, come è di consueto per l’artista, l’immaginario che ci si apre difronte è quello marino, dal tocco californiano, con tramonti infiniti e palme a perdita d’occhio. Insomma, questa nuova collaborazione con Cesare Cremonini ha sicuramente un tocco più alternative alla Tame Impala ma senza però abbandonare realmente le sponde dell’Italia.
Lüzai, Loop
Un manto dal sapore galattico, drappeggiato intorno al corpo dell’artista Lüzai, le gambe invece sembrano avvolte da stampe dai colori interstellari. L’artista senese sembra davvero provenire da un altro mondo, da un’altra era. E così pure la sua musica e il nuovo singolo “Loop”: un mantra, scandito da colpi di bpm, che serve, ripetuto appunto all’infinito, ad espirare l’ansia, la paura del vuoto e che, a suo modo, ci ricorda di non andare in apnea quando tutto ci sembra insormontabile.
Okgiorgio, okokok
Ci porta a ballare okgiorgio con la sua nuova “okokok” che strizza l’occhio (volontariamente o nonon lo sappiamo) al trend della Gen Z. Eppure, okgiorgio ha un’attenzione per noi Millennials che dell’elettronica non ci stancheremmo mai e di tutte quelle sonorità che in un certo modo ci evocano i suoni degli anni Novanta/inizio Duemila che a noi piacciono tanto.
Sacrobosco, Higher
Se di stile vogliamo parlare, sicuramente quello con cui si presenta Sacrobosco col suo nuovo singolo “Higher” è qualcosa di davvero originale. Lo vediamo immerso in un bosco (sacro, a questo punto) con in volto una maschera in crochet (che, per chi sa, anche quest’ultimo è in tendenza), un elemento questo che si rivela estremamente sensato nella narrazione mistica del singolo.
Leatherette, Ronaldo
Cinque ragazzi, cinque musicisti che sembrano atterrare direttamente dagli anni Novanta, solo per gli outfit attenzione!! Questo può voler dire che seguono le mode, eppure questa affermazione non è applicabile alla loro musica, in modo particolare se ci riferiamo alla loro nuova uscita, “Ronaldo”. Sì, perché con le tendenze musicali (e forse grazie a dio) non hanno proprio molto a che fare: i Leatherette provengono da una base fortemente post-punk, da cui, proprio col loro ultimo singolo hanno provato a prendere le distanze, ma, seppure sia difficile rinnegare le proprie origini, la band ci fa ascoltare sicuramente un pezzo fresco, movimentato, con elementi shoegaze e jazz che ci piacciono tanto.
Club Rivera, Mood
Una crasi tra la cultura musicale partenopea, il soul e il jazz che evocano sicuramente un “Mood” (per far riferimento al nuovo singolo da poco pubblicato) molto mediterraneo, seppure il progetto Club Rivera si divide tra Italia e Svezia. Il brano, che vede la partecipazione della cantante svedese Delphi, si muove verso prospettive più intime e introspettive. Non vediamo l’ora di ascoltare i prossimi brani in uscita.