Lontana dall’intento di scrivere un masterpiece della letteratura italiana, ho voluto comunque riprendere dal buon vecchio Thackeray (e non da Marchetti, attenzione) la serialità delle narrazioni che si susseguono in Vanity Fair e su quella falsa riga costruire un altro tipo di storie.
Anzi, più che storie, le mie vogliono essere delle immagini che cercano di legare alla musica di un brano le sue possibili evocazioni di ambito stilistico, tale che, in questa fiera della vanità, a sfilare siano gli artisti vestiti delle loro note, dei colori invisibili che solo con un orecchio attento si possono percepire.
Sulla passerella della vanità, lasciamo che a succedersi sul catwalk (di artisti e musicisti), sia invece la nudità dell’indie.
Venerus, Resta qui
Stile acqua e sapone, potremmo dire, per Venerus (in foto – credits Matteo Strocchia) che nel nuovo singolo “Resta qui” si spoglia di eccessivi fronzoli mostrandosi al pubblico nella maniera più semplice possibile. Eppure, nel suo nuovo singolo la semplicità si equipara alla ricerca musicale e sonora che l’artista milanese sta compiendo: influenze dalla world music alla dance più anni Ottanta. Un nuovo lato di Venerus, che anche stavolta ci piace!
Limbrunire, Orocolante
Sceglie una compenetrazione panica con la natura Limbrunire. Per il suo nuovo singolo, “Orocolante”, lo vediamo infatti con due mazzi di fiori che gli sbucano dalle maniche della giacca. Non sappiamo se è lui che si sta trasformando in un elemento naturale o se è quest’ultima che lo sta invece piano piano dominando. Insomma, l’ultimo di Limbrunire contiene quell’elettronica scelta con sapienza e gusto, parla di tutti noi e di quanto tutta l’umanità stia calpestando il mondo che l’accoglie. “Orocolante” è un risveglio dei sensi e delle coscienze, quando tutto sembra intorpidito.
Alex Fernet, Phantom of the Club
Lustrini, paillettes e palle stroboscopiche per il nuovo singolo di Alex Fernet, “Phantom of the Club”: la sua personale rivisitazione del Fantasma dell’opera in chiave però dance. Da come si può facilmente intuire ci troviamo catapultati in un club degli anni Ottanta tra musica danzereccia e synth, ad accompagnare il tutto una oscura presenza, il “fantasma” che, anche lui restando in tema, è vestito anche lui cool per la serata!
Mivergogno, Settesataniche
Dal profilo naif misto al post punk, ecco che Mivergogno, artista di casa Dischi Sotterranei, ci saluta per le feste con “Settesataniche”, il singolo che a mò di filastrocca o anche di rituale, se vogliamo, serve a salvarci l’anima quando il Natale si avvicina e noi dobbiamo andare ancora a lavorare. “Un culto in cui sei tu il sacrificio”, dice l’artista: l’unico modo per salvarsi? Recitare come un mantra salvifico la nuova canzone di Mivergogno!
FREEZ, Nothing
Hanno qualcosa che ricorda lo stile della California di San Francisco e della Long Beach, sarà lo stile hipster della west coast o il surf punk ma il nuovo singolo dei FREEZ, “Nothing” riesce ad avere quel piglio inevitabile per chi, come noi, abbiamo lasciato in quello stato degli US un pezzo di cuore (che sia per la propria band preferita che per il magico mondo di The OC, a voi la scelta).
Max Casacci, Ghost rail
Non strumenti ma rumori delle città, questo il suono del nuovo singolo di Max Casacci che con “Ghost Rail” punta a mettere in risalto il “groove nascosto” dietro le città e a renderlo musica. Il suo lavoro tende ad inglobare anche persone e ad esplorare le infinite combinazioni che possono riguardare tutto ciò che ha a che fare con le vibrazioni, i suoni, i rumori (fastidiosi e non) che provengono dal pullulare cittadino. Insomma, un progetto che grida stile e innovazione da tutte le parti!