Abbiamo avuto l’onore di farvelo ascoltare qui in anteprima e oggi, a quasi un mese dall’uscita del loro primo LP “Dove Siamo Stati Bene” la band ce lo racconta traccia dopo traccia per farci cogliere anche quelle sfumature che potrebbero esserci sfuggite. Come vi avevamo anticipato è un sound pieno di stile, cura e ricerca, e con le liriche crude, sanguigne, che conquistano già al primo ascolto.
Tutti i bimbi voglion correre (intro)
Quando sei bambino, spegni la luce e inizi a correre anche se sai che nulla ti sta inseguendo, c’è qualcosa nel buio che non sai spiegarti. Il brano è l’intro dell’album, si compone di quattro sezioni quasi sconnesse tra di loro, ognuna delle quali è dominata da ognuno di noi.
Rinascita
Volendo parlare di crescita, avevamo bisogno di comporre un inno al cambiamento, ritmicamente sostenuto, che parlasse della frenesia dei nostri vent’anni. E’ l’unico brano nel disco che parla del presente. Partiamo dall’idea che per fare musica bisogna continuare a morire e rinascere artisticamente e non solo: essere delle fenici.
Non ho mai
Parla del passaggio dalla preadolescenza all’adolescenza, viaggia sul binomio della perdita di purezza e innocenza, quindi il gioco “non ho mai”: le nostre prime volte, in un tumulto di emozioni altalenanti e grandi dubbi. Il mood strumentale unisce l’ambiente lo-fi hip hop nelle strofe a un’elettronica molto clean del ritornello.
Che ne sarà di me
Primo brano di Inquietude, e anche il nostro primo video. E’ forse la traccia più sentita, parla dei nostri 18 anni, delle delusioni e del dolore, degli sbagli che ci portiamo dentro e che continueranno a divorarci l’anima.
1,2,3 stai là
Ritorno ai giochi di infanzia, ai boschi, ai nascondini, alla spensieratezza dei bambini. In qualche modo vogliamo sentirci liberi cosi.
Solo
E’ un brano dalle sonorità quasi trap, dove un testo oscuro si contrappone a un beat più giocoso. Nella cornice la provincia grigia e soffocante, che ci trascina via ogni notte con la voglia di andarsene per sempre. Banger, comunque.
Dove siamo stati bene (dovremmo avere il coraggio di non tornare)
La consacrazione di un ricordo: non tornare sui tuoi passi, che col tempo distorciamo i ricordi e resta solo il buono. Anche l’inferno visto da lontano sembra un fiore rosso.
Origami
Questo brano è un pomeriggio estivo, scritto da sbronzi di notte. Visto che di giorno siamo in un alone di hangover ci siamo immaginati che anche col sole accadano cose bellissime. Noi non ne abbiamo idea.
Mia madre non ha figli
L’adolescenza più pura, il rifiuto dei genitori, il sentimento di ribellione e far soffrire chi tiene a noi solo per sentirci grandi. Il titolo è ripreso dal capolavoro di Rino Gaetano “Mio fratello è figlio unico”, è un pezzo pieno di dramma. Ma a noi piace così.
Metà cuore
Un quarto ad Inquietude, un quarto alla persona sbagliata e ora non resta che freddezza nel petto e un manicomio nel cranio.
In lontananza
Questo è l’ultimo pezzo che abbiamo composto per l’album, ha segnato una nuova svolta nella nostra musica. E’ un mix di droghe e incidenti d’auto, amore e abbandono. Il suono è molto acustico, l’atmosfera è azzurro notte. Ci siamo persi e non sappiamo come tornare.
Stanze
Ognuno di noi è una stanza, scaviamo per aprirci finestre sugli altri, sui paesaggi, sulle case per rubare i dettagli. Chiude l’album perchè è un pezzo di molto tempo fa e riepiloga tutto il nostro percorso artistico.