Rehab di Ketama126 (25 maggio per Asian Fake), a un paio di settimane dalla sua uscita, ha raggranellato, a ragione, una bella sfilza di commenti positivi. A tanti, e anche a noi, è piaciuto il tocco personale che Piero da Roma sa mettere nei suoi pezzi sì trap, ma con qua e là una chitarra, ora emo, ora grunge, ora suonata da Generic Animal, un altro certo non carente in fatto di personalità. Questo impasto tra richiami e ispirazioni distanti poteva riuscire, come schiantarsi al suolo, e nel caso del piccolo Ketty è senz’altro buona la prima opzione. Ci siamo fatti raccontare da lui qualcosa in più su che cosa significa ripulirsi, anzi “riabilitarsi”, sulle luci e ombre, gli anemie e i demoni della vita, e ci siamo fatti anche svelare per chi si metterebbe ai fornelli con molto, moltissimo piacere.

Partiamo dal titolo, Rehab: credi, al di là del significato personale che affidi a questa parola, che oggi si parli con meno imbarazzo di riabilitazione e che quindi sia meno un tabù rispetto al passato?
Leggendo il titolo la prima cosa a cui viene da pensare è la riabilitazione dalla droga, in parte è anche quello volevo un titolo di impatto. Ma quello che intendo io è che la musica mi ha riabilitato nella società, mi ha dato un lavoro e mi fa fare qualcosa di positivo.Ho voluto anche fare un disco molto esplicito perché ho l’impressione che chi fa musica tenda a nascondere le proprie debolezze e credo sia sbagliato perchè fare arte vuol dire mettersi a nudo.

I titoli dei pezzi si dividono tra positivi (Lucciole, Con te, Potrei, Rehab) e negativi (Sporco, Misentomale, Angeli Caduti): ti senti diviso a metà tra questi due estremi?
Non mi sento di dividere i titoli tra negativo e positivo, ma l’album gioca molta tra luce e ombra, bene e male, lucidità e non, come sono io come è l’intera esistenza umana, io penso che ognuno abbia dentro un diavolo e un angelo e prima ce ne si rende conto prima si può affrontare il proprio diavolo interiore. Ho giocato molto con questi contrasti nell’album.

In Sono quel che sono c’è una forte spinta romantica: da 1 a 10 quanto sei romantico, ma anche quanto narcisista?
Sono romantico, non nel senso tradizionale, ma lo sono e narcisista anche probabilmente, ma andrebbe chiesto agli altri.

Quanto conta, per te, l’ironia, nella vita e nella musica.
Nella vita l’ironia è fondamentale per me perché la vita è fatta di alti e bassi, non sopporto chi non è ironico. Nella musica bisogna distinguere ironia dal fare i pagliacci: credo molti rap cercando di essere ironici diventino dei buffoni, e io il buffone non lo farò mai. Se sei ironico puoi capire alcune frasi delle mie canzoni e magari ti strappano un mezzo sorriso, ma per capire devi avere la mia stessa concezione di ironia.

Quali sono le tue radici musicali e le tue band culto.
Sono cresciuto ascoltando metal, jazz e rap, insomma fortunatamente ascoltando buona musica. Il mio primo approccio quando avevo una band da ragazzino sono stati il metal e l’hard rock. Band culto direi Black Sabbath e Red Hot Chilli Peppers anche se sono musicalmente molto diverse.

Citi spesso la morte, da dove arriva questa “ossessione”?
La morte mi ha sempre colpito, poi ascoltando i Black Sabbath è un tema trattato spesso anche da loro. Ho amici che sono morti, è un argomento che ci tocca da vicino e credo sia un tema fondamentale nell’arte.

Quanta Roma c’è nella tua musica? E che rapporto hai con la tua città?
Nelle mie canzoni non parlo esplicitamente di Roma, parlo di me stesso, le mie rime potrebbero riferirsi a qualunque altra città, diciamo che mi ha influenzato in maniera implicita perché se non fossi cresciuto qua sarei diverso e forse non sarei al punto in cui sono ora.

Com’è nata la collaborazione con Luca Galizia, uno dei più sorprendenti esordienti degli ultimi mesi? Qual è il feeling che vi lega, nonostante facciate generi diversi e usiate anche linguaggi diversi?
Carlo Zollo, che stava seguendo anche Pretty Solero, ci ha presentati. Ci siamo trovati immediatamente. Io, poi, ero alla ricerca di un chitarrista, e subito ho capito che lui era quello che stavo cercando. Nonostante i generi diversi, abbiamo subito legato per la nostra visione della musica, lui voleva staccarsi dall’ambiente indie e io dall’ambiente trap, alla fine siamo due ragazzi che amano la musica e ci tengono a farla bene e non tanto per.

Come definiresti a chi non ne sa niente la 126?
La definirei un gruppo di amici che si conoscono da 10 anni, cioè molto prima di iniziare a fare musica anche se la passione per la musica ci accomuna e tutti facciamo musica con uno stile proprio, un proprio approccio e un proprio pubblico. Siamo personalità forti e indipendenti, ci metteremo forse più tempo ma vinceremo, anzi stiamo già vincendo.

Quando inizierai a portare in giro live questi pezzi e come penso di strutturare il concerto?
La prima data sarà il 29 giugno a Parma e poi non mi fermerò per tutta estate, porterò i pezzi nuovi del disco e non vedo l’ora. Saremo io e Drone126, a volte accompagnati da Pretty Solero. Nella seconda parte del tour vorrei inserire anche una band e riarrangiare tutti i brani per il live. Io sono sempre molto carico nei miei show, ballo, salto, vado tra il pubblico e spero con la band l’energia sarà ancora di più.

E ora un po’ di domande social/stream/match/watch.

– Featuring con Young Signorino o con Fedez?

Young Signorino.

– Chi è la tua ossessione segreta su Instagram?

Iggy Azalea.

– Esce il nuovo di Calcutta: lo ascolti o skippi? 

 Ascolto, è di Latina come me, siamo anche diventati amici ultimamente.

– Il tuo brand o il tuo capo d’abbigliamento del cuore.

Lacoste, ci ho fatto pure una canzone.

– Quali sarebbero i tuoi 4 giudici di X Factor ?

Io, Franchino, Drone e Pretty Solero, ospite speciale Ugo Borghetti.

– La serie tv che ami e quella di cui vorresti fare la colonna sonora

Trailer Park Boys. Per la colonna sonora Romanzo Criminale, ci sono cresciuto, sarebbe figo.

– Fai una dichiarazione alla tipa (famosa) dei tuoi sogni.

 Iggy Azalea, vieni a Roma, ti faccio la migliore carbonara della tua vita!

foto credit @ Ludovica De Santis