“Le Sirene sono la nostra città che ci ha dato e tolto molto. Le città sono il teatro delle nostre vite, i posti dove indossiamo le maschere e a volte le gettiamo via. I luoghi dove siamo cresciuti sono profondamente diversi ma i sentimenti nei loro confronti sono maledettamente uguali, li amiamo e allo stesso tempo li sopportiamo o li abbandoniamo. Giochiamo a trovare un posto migliore ovunque siamo”. E’ con queste parole che L’ultimodeimieicani, progetto musicale nato nel 2014 da cinque ragazzi di Genova, ci presentano il loro nuovo singolo Sirene:
Chitarre distorte e malinconia si mixano col cantautorato italiano dando vita ad un rock/pop energico attento nel comunicare emozioni e stati d’animo. Sulla copertina dell’EP d’esordio In moto senza casco invece, a sottolineare la componente più ironica della band, c’è un cane con un casco rosso in testa, in attesa di scoprire quale immagine sceglieranno per il loro primo LP Ti voglio urlare, che uscirà il 4 Ottobre 2019 per Pioggia Rossa Dischi, abbiamo fatto due chiacchiere con la band per parlare di contraddizioni, di cosa significa inseguire i propri i sogni e di X Factor.
Come avete scelto di chiamarvi L’ultimodeimieicani?
L’ultimodeimieicani lo abbiamo scelto dopo una serata in cui cercavamo un nome, tra mille proposte è uscito questo nome e ci è subito piaciuto per due motivi: uno semplicemente sensazionalistico, descrive come ci siamo sentiti in molte occasioni, l’altro perché sdrammatizza la serietà di quello che scriviamo.
Il vostro primo EP si chiama “In moto senza casco” eppure il cane in copertina il casco ce l’ha. Come mai?
Ci piaceva giocare con quello che dicevamo, non ci abbiamo pensato un attimo a mettere il casco in copertina, ci piaceva così.
Com’è nata Pensione a 20 anni e cosa consigliereste a un ventenne di oggi che vuole intraprendere una carriera in un campo creativo come la musica o la scrittura?
Pensione a 20 anni è nata perché abbiamo visto i nostri genitori che non hanno potuto realizzare i propri sogni e allo stesso tempo vediamo in noi e nei nostri coetanei tantissima incertezza sul domani. Abbiamo pensato alla provocazione della pensione a 20 anni di modo che ognuno possa formare la propria persona come meglio crede. Ad un ventenne che oggi che si affaccia al mondo della musica diremmo di crescere tecnicamente e continuare ad imparare e migliorarsi e di fare sempre quello che si sente senza farsi paranoie sulle mode del momento, e poi soprattutto di non farsi illusioni ma di divertirsi nel fare musica.
Cosa volevate fare a vent’anni?
Credo volessimo fare tutti cose diverse in realtà, non ce lo ricordiamo nemmeno più, sono passati pochi anni ma sono successe tante cose, sicuramente ci siamo concentrati molto sulla musica.
Le vostre canzoni hanno un sapore cinematografico, raccontano pezzi di vita quotidiana che potrebbero benissimo far parte di un film o di un cortometraggio. Se poteste scegliere di comporre la colonna sonora di un film, che genere di film scegliereste?
Intanto grazie del complimento, detto questo la domanda non è di facile risposta, ma per il senso delle nostre canzoni forse saremmo adatti a colonne sonore di film drammatici, ma ci piacerebbe metterci in gioco, quindi vorremmo far scegliere a qualcun’ altro.
Qual è l’album perfetto per un viaggio on the road?
Per noi “Innerspeaker” dei Tame Impala.
È stato difficile muoversi nella scena musicale della vostra città (Genova)? Com’è stato il vostro primo live?
Bisogna dire che Genova è una città particolare e per quanto riguarda la musica live veramente molto difficile, ma ci siamo sempre messi in gioco per creare occasioni sia per noi stessi che per altri e piano piano vediamo progressi. Il nostro primo live ufficiale è stata la presentazione del nostro EP “In moto senza casco”, è stata una serata perfetta, c’era tantissima gente e non ce lo aspettavamo, ci siamo divertiti un casino e la gente era presa bene.
Se poteste scegliere a quale artista italiano fare da opening durante il suo tour chi scegliereste?
Probabilmente i Verdena perché tutti gli adoriamo, ma in realtà ci piacerebbe anche farlo con i Tre Allegri, i Ministri o i Fask. Comunque ci divertiremmo con chiunque.
E se invece ci fosse l’occasione di andare in TV? Sanremo o X-Factor?
Sanremo lo abbiamo sempre rispettato ed è un’occasione molto bella per farsi conoscere. Per X-Factor ci avevano chiamato quest’anno chiedendoci di andare alle selezioni, ne abbiamo parlato ma nessuno di noi lo voleva fare, i talent ci sono sempre sembrati lontani dall’ambiente in cui stiamo bene.