Sabato 14 Ottobre arriva il MiC Festival che avrà la particolarità di essere in contemporanea in più città d’Italia. Per cirtarvi qualche nome della lineup ci sarà Mudimbi, che porterà al Wopa di Parma il suo rap politicamente scorretto e brutalmente onesto, ci sarà Massaroni Pianoforti, cantautore straordinario, già candidato, tra le tante cose del suo lungo curriculum, al Premio Tenco del 2014 e lo sosterrà il pubblico torinese a Magazzino sul Po, ci saranno i Cosmetic, la band romagnola del pop sonic noise che si esibirà nella capitale all’Arci Sparwasser, ci sarà Daykoda, giovanissimo producer che maneggia con gran classe il trip hop e si presenterà in quel di Milano e ci saranno gli Alley che con la loro estetica glam rock tra i ’70 e gli ’80 uso abusivo dei riverberi, echi di rock britannico e un look brillante saliranno sul palco del WoPa Temporary alle 20.45 (ingresso gratuito fino alle 21.30) aprendo in grande stile la data parmigiana. Per conoscere meglio questa band dal sound fresco e spensierato come il gusto di una granita al latte di mandorla abbiamo incontrato il frontman, musicista e cantante, Davide Chiari.
Perchè Alley? Da dove deriva il significato del vostro nome?
Alley in inglese significa vicolo che è il punto di partenza di tutto ciò, ovvero il vicolo da dove vengo io (Castelnuovo Asolano MN). Nato come necessità di sfogo personale in un periodo cupo trascorso nel 2011, Alley ha superato la prova passando dai primi lavori autoprodotti alla trilogia di EP (Alley, Negative e Positive usciti tra il 2015 ed il 2017) solidificandosi come realtà anche con l’arrivo graduale di nuovi musicisti negli anni.
Vi sento molto omogenei, collegati, prima di suonare insieme vi conoscevate già da tempo?
Siamo diventati omogenei suonando assieme e condividendo molto di noi stessi con gli altri componenti, a livello compositivo ho sempre portato io il materiale sorgente, poi l’influenza degli altri componenti sulle modifiche si è sempre accentuata a causa dell’empatia che si è creata tra noi. Samuele (sax, chitarra e cori) è sempre stato il mio “Lancillotto artistico”, è la persona che conosco e con cui suono da più tempo, Moreno (batteria) è arrivato subito dopo anche se già da tempo ci conoscevamo, prima della trilogia suonavano con noi Giacomo Parisio e Damiano Negrisoli dei Bee Bee Sea, usciti poi dal progetto. Dal primo EP si sono uniti a noi Claudio Rizzi (basso, cori) e Utibe Joseph (cori, arrivata durante la realizzazione di Positive).
Il vostro ultimo EP Positive uscito a Maggio per Riserva Indiana cosa racconta?
Positive, racconta della controcultura underground di New York a cavallo tra i ’70 e gli ’80. L’emancipazione femminile nell’arte contemporanea che fioriva grazie al seme piantato negli anni precedenti. Quest’ultima posta a rappresentare, anche per il resto della trilogia, l’avanguardia in ogni ambito artistico e scientifico.
Come mai avete deciso di registrare tutto in analogico?
La scelta dell’analogico è un carattere che è entrato a far parte di Alley da quando ho fondato l’etichetta Riserva Indiana con Thomas Baruffaldi e assieme abbiamo approfondito l’interesse per le vecchie ma ruggenti macchine per la registrazione di un tempo. A seguire, ogni progetto o composizione che ho voluto sviluppare, con Alley ed altre band, si sono sposati benissimo con questa tecnica che mi/ci permette di poter unire metodi di un tempo con sensibilità contemporanea per l’arte. Abbiamo ultimamente abbracciato anche metodologie ibride in collaborazione con Marco Malavasi del Sonic Design di Sermide (MN) per sperimentare ulteriormente la gamma di suoni utilizzabili.
Personalmente la traccia che preferisco è WOW, la tua invece?
E’ molto bello sapere che WOW ti piaccia, ne vado molto fiero perché rende l’idea di chi vive o ha vissuto ogni attimo dell’esplosione artistica prodotta da una cultura di città, nella fattispecie New York nei primi ’80, e la frenesia dei ritmi urbani scanditi simbolicamente dal campanaccio di Moreno. La mia canzone preferita resta però Origami dell’EP Negative.
Se doveste partire per un lungo viaggio in macchina e poteste portare solamente un CD a testa, quale sarebbe?
Ecco le nostre differenti influenze musicali: il mio album preferito è Houses of the Holy dei Led Zeppelin, quello di Claudio Random Access Memory dei Daft Punk, Samuele invece sceglie New Morning di Bob Dylan, per Moreno Grace di Jeff Buckley, Utibe sfodera Damn di Kendrick Lamar.