Abbiamo incontrato TIGRI in zona Loreto per uno spritz. Un progetto indie-pop milanese, la cui Geisha, nuovo capitolo che segue il precedente singolo Damasco, ci avvicina alla pubblicazione dell’album di debutto. Un’introduzione ad un mondo dove convivono folk, soul e R’n’B, flussi di coscienza e ritornelli melodici diretti, ingredienti diversi, a volte in contrasto, come in una relazione. Abbiamo parlato con lui di nostalgia, lockdown, bevute dopo le 22 e futuro. Ecco come è andata!
Ti ricordi ancora l’ultima volta che hai bevuto uno spritz dopo le 22?
Se dici all’aperto, temo che l’ultima volta sia stata l’estate scorsa, mentre ero in Puglia in vacanza. Davvero troppo tempo fa. Mi manca molto non poter uscire per fare una cosa così semplice come bersi una cosa. Ora tutto assume un peso diverso, da ponderare con attenzione. Comunque mi è capitato di farmi cocktail in casa nell’ultimo periodo, ho sempre un minibar fornito. Mi piace un sacco, probabilmente nella prossima vita sarò un bartender.
E quando si tornava dopo i concerti e si finiva a mangiare in posti assurdi?
Eccome! Ci sta dopo un concerto stare coi propri amici, parlare di cosa ti è piaciuto e cosa no, di fronte a un panino untissimo o alla classica spaghettata notturna. In generale mangiare fuori pasto è una cosa bellissima, i concerti sono una cosa bellissima e se in una serata hai entrambe hai fatto bingo.
Come sono cambiate le tue abitudini (musicali, alimentari etc…) con il lockdown?
Confesso che prima del lockdown ero super rigoroso in un sacco di cose, e poi non stavo fermo un attimo. Nel momento in cui è scoppiata la pandemia ero al culmine delle mie attività, lavoravo tutto il giorno e poi andavo in studio di registrazione, o mi allenavo, o comunque cercavo di essere sempre produttivo. Col lockdown ammetto di essermi un po’ adagiato, o meglio di aver imparato a fare una selezione di cose davvero essenziali, e sicuramente la musica è una di quelle. Ho avuto più tempo per suonare, per ascoltare nuovi artisti e studiare.
E cos’è cambiato in meglio?
Suona banale, ma vedere le cose da una prospettiva inedita è un piccolo vantaggio di questo lockdown (molto piccolo). Ho imparato a valorizzare molto di più il tempo a disposizione, anche perché per via di questa situazione ho dovuto ritardare tutti i miei piani, ottimizzare le cose da fare e dargli la giusta priorità.
Chi è una Geisha a Milano nel 2021?
Chiunque voglia liberarsi dagli stereotipi, donna o uomo o qualsiasi sia la definizione con la quale ci si sente più a proprio agio. Penso che a Milano ci sia un sacco di gente così, e non è un discorso di gender fluidity, bensì di sentirsi in dovere di adeguarsi a modi di essere che non ci appartengono. Nel mio caso, mi sono accorto che attenermi a un certo atteggiamento da “supermaschio” che sprizza virilità da tutti i pori, non fa per me.
Da dove arrivano le tue influenze musicali soul e R’n’B?
Mi piacciono tutte le varie contaminazioni possibili del soul, ma soprattutto quelle che si contaminano con la musica elettronica. La nuova ondata contemporary rnb secondo me è super interessante, tra i nomi che preferiscono ci sono Brent Faiyaz, Rex Orange County, Moses Sumney e Tom Misch.
Prossimi piani?
Finire il mio primo album, suonarlo dal vivo e bermi uno spritz dopo le 22!
foto credits @ Simone Pezzolati