Presentatevi ai nostri lettori:
Siamo Ossi Viola e Lo Selbo, abbiamo un gruppo che si chiama Itaca. Scriviamo e registriamo musica a Berlino, come lingua abbiamo scelto l’Italiano. Abbiamo pubblicato il nostro album „Itaca Mi Manchi“ in Aprile su Aloch Dischi a Pisa. Stiamo per venire in tour in Italia dal 2 novembre.
Musikexpress, Noisey, Rolling Stone…Come descrivete il vostro album?
(Lo Selbo:) E’ la realizzazione del mio sogno. Parla di svegliarsi da sogni strani e fare decisioni appassionanti. Io ho sposato due strumenti, il MS20 e il Juno. I brani sono tutti creati nel mio piccolo studio vicino a casa. Quel posto è diventato una forma di pianeta distante mentre ci lavoravo. Solamente nella canzone „Grazie“ si trova un suono proveniente dal mondo esterno: Il rumore de „Il Ritrovo“, la nostra Pizzeria preferita a Berlino. (Ossi Viola:) Il disco è tutto di colore blu, però dentro è caloroso e pulsante. Una storia d’amore in metallic blue.
Che ponte è quello che collega Berlino e Roma?
(Ossi Viola) Viviamo e lavoriamo a Berlino, però visitiamo Roma spesso. Abbiamo fondato il gruppo a Roma quando entrambi abbiamo vissuto per un periodo nella capitale italiana, abbiamo amici lì, facciamo collaborazioni. Spesso ci muoviamo tra le due città è questo ci da movimento ed ispirazione. Abbiamo iniziato ad invitare musicisti italiani a Berlino, ad esempio WOW da Roma o Grimoon da Venezia. Chiamiamo i concerti „Cuccuruccucu“ e speriamo di connettere le scene indie tra Berlino e l’Italia come palome o.. si, come un ponte.
Ci raccontate il vostro colpo di fulmine nella città capitolina?
(Ossi Viola) Ero al McDonalds alla Tiburtina, tardi di notte. Prendevo un Big Mac con patatine, ma presto realizzavo che era troppo per finirlo. Sebastian stava vicino a me e guardava le mie patatine. Mi piaceva, sembrava venire dai Balcani, forse ucraino. Gli offro le patatine e abbiamo avuto una bella conversazione in un Italiano lento e sbagliato, stanchissimi al McDonalds. Alla fine mi dice che sta per tornare a casa sua, a Berlino e così ho saputo che siamo figli della stessa città. Quindi era dell’est – ma non ucraino o altro, semplicemente di Berlino-Est.
Come nascono singoli come „So Cantare“?
(Lo Selbo) Una notte in studio volevo rilassarmi prima di andarmene a casa suonando „Jump“ degli Van Halen. Pero non mi usciva il riff corretto, invece è nato „So Cantare“. Il suo ritmo incalzante mi ha dato il coraggio di mandare un messaggio al mio padre: „Non tremare! So cantare!“. Un brano che ha aiutato il rapporto tra me e mio padre.
Formula vincente?
Silenzio era la prima parola Italiana di Lo Selbo, imparata da Mullholland Drive. Indimenticabile, la bellezza di questa tela rossa, la luce blu sul viso dell’attrice, le sue labbra magnifiche. Ci piace quel „putting in scene“ del palco. Anche negli show televisivi degli anni 80 tutto è luminoso e affascinante, con tanti dettagli da perdersi. Parlando del Songwriting, ci vediamo vicino ai songwriter classici: Lucio Battisti è tra i nostri idoli assoluti.
Cosa dobbiamo aspettarci dai vostri live?
Non vediamo l’ora di cantare le nostre canzoni in Italia perché a casa, in Germania, non sempre siamo capiti, anche se a Berlino i nostri concerti sono sempre pieni! Infatti gli Italiani capiscono i nostri brani anche meglio di noi stessi. Scherzi a parte. è il nostro terzo tour in Italia e lo abbiamo atteso a lungo. Veniamo con il nostro light show, macchina del fumo, qualche costume luccicante, e la cosa più importante: con brani che spaccano!
La cosa che non può mancare nella nostra valigia è …?
…naturalmente il nostro vinile! Tornando a Berlino invece abbiamo sempre, come simbolo del sud, un limone che prendiamo da qualche albero in Italia.