La verità è che questi sono giorni in cui tutti noi, grossomodo, stiamo manifestando sintomi da stress post traumatico. Che siano allucinazioni uditive tali da far parlare padri con la voce di Salvini, o la perdita totale dell’orientamento, tanto che a qualunque bivio non si sa più se andare a destra o a sinistra e si finisce per aggrapparsi disperati ai muri, o ancora una dismorfia acuta che fa sì che specchiandoci si veda la faccia di Mattarella, siamo comunque messi parecchio male. E se alcuni, come chi scrive, lo sono già dai primi exit poll, altri, invece, si sono accartocciati sotto il peso delle ultime, travagliatissime 4 giornate, paragonabili, a livello di follia, solo all’evento più schioccante degli anni 2000, e cioè la rasata di testa di Britney Spears. Ma dato che nulla, proprio nulla, è in nostro potere fare, per uscire da questa melma politica che fluido rosa di Ghostbuster levati, abbiamo pensato di stringerci a coorte e svagarci un po’, scegliendo 5 canzoni italiane che raccontino la peggior crisi di sempre, se si escludono, ovviamente, gli anni di conflitto bellico. Ecco a voi, dunque, la playlist che mai avremmo voluto comporre.

1 – Colapesce – Maledetti italiani
“Ci sentiamo vittime, ci sentiamo soli, si alza un tipo sospetto che grida fermi tutti ci sono gli sconti da Zara!”. Tre anni fa Colapesce aveva già predetto quale sarebbe stata la frase preferita del Presidente della Repubblica: “maledetti italiani, maledetto me”.

2 – Fabri Fibra – Vip in trip
Ok, nel video c’erano Silvio (ma occhio che c’è ancora, eh) e Bossi, ma il “politica italiani che, parapa/qua qua/ pa pa/ perepe” è tanto più attuale.

3 – Bugo – C’è crisi
Per Bugo c’era crisi dappertutto 9 anni fa, e non solo per colpa del lunedì, ben 9 anni fa, pensa te oggi, caro Bugo.

4 – Motta – La nostra ultima canzone
“E se fossimo ancora insieme” si chiedono Di Maio e Salvini, ma il problema è che forse lo sono e forse questa non sarà nemmeno la loro ultima canzone.

5 – Carl Brave&Franco126 – Polaroid
Le ultime giornate sono davvero polaroid, terribili, impietose, dell’Italia di oggi, che fa sì che di fronte al sempre verde “mia nonna dice che si stava meglio quando c’era Lui” non si scuota nemmeno più la testa, ma si faccia spallucce e ci si rifugi negli auricolari.