Un rap dalle paranoie gotiche, una colonna sonoro-visiva pervasa da una certa tristezza. Alda, come una moderna Alice nel paese delle meraviglie, è in balia di avvenimenti più grandi di lei: in “Occhi di gatto”, il singolo del suo debutto per Asian Fake e Sony Music Italia, la composizione confluisce in due momenti della vita, quello dell’infanzia e del ricordo, e quello della crescita in un mondo dal futuro incerto. Della sigla italiana originale del noto anime giapponese Cat’s Eye non resta molto, se non un breve accenno di ritornello tra le rime serrate. La produzione, firmata da Iulian Dmitrenco e Pleading Fern, è una collaborazione che ha lasciato ampio respiro alla giovane artista, non influendo ma solo arricchendo le sue atmosfere naturali. Lo spettacolo finale è suggestivo e catapulta in un universo sconosciuto… nella profondità della tana del bianconiglio. In “Occhi di Gatto”, Alda canta che “non ha capito ancora che strada prendere”, ma noi di sicuro sappiamo che di strada ne farà tanta. Non per nulla si parla di lei come del nuovo astro nascente entrato nel roster di Asian Fake.
A soli ventidue anni Alda ha già costruito una sua identità artistica e si è resa da subito ben riconoscibile nella scena rap italiana. Per scoprire a chi si è ispirata basta dare un’occhiata alla playlist di dieci brani che la giovane artista ha creato per Beat&Style: dal folletto pop islandese Björk alla rapper e attrice britannica Little Simz, dal suo quasi coetaneo Young Miles al danese Croatian Amor col suo pop sperimentale. E non mancano alcune bombe, come “District” dei Brockhampton e “Terminals” dell’ipnotica Scintii. Buon ascolto!