Alonzo, un assassino in fuga, cerca rifugio in un circo. Si traveste da lanciatore di coltelli senza braccia e s’innamora presto di Nanon, artista circense con una fobia per le braccia degli uomini. Questo è solo l’inizio del leggendario film horror muto The Unknown (1924), diretto da Tod Browning, che da questo momento in poi assume tinte sempre più bizzarre e tenebrose…

Tod Browning, uno degli inventori dell’horror cinematografico, era specializzato nelle macabre storie di personaggi “altri”: artisti circensi, vampiri, assassini, maghi – anticonformisti nel comportamento, o dalla nascita.
Non è una coincidenza, quindi, che una delle più prolifiche band italiane indipendenti, Ronin, il cui nuovo album in uscita a settembre 2019 si chiamerà “Bruto Minore”, abbia scelto di creare una colonna sonora alternativa per questa leggendaria pellicola, sonorizzazione di un naufragio senza speranza, che affonda nelle profondità da incubo dell’immaginazione oscura, che verrà eseguita dal vivo, in occasione di Santarcangelo Festival – Dieci giorni e dieci notti d’estate, dal 5 al 14 Luglio a Santarcangelo di Romagna e dintorni, per il più cangiante appuntamento con la creazione contemporanea: performing art inedita e coreografia rivoluzionaria, danza che incontra il nuoto sincronizzato, musica e dj-set tra alba e alba, body-care e viaggi interdimensionali – il 6 luglio in Piazza Ganganelli a Ravenna ad ingresso gratuito.

I Ronin – Il cui termine indica un samurai giapponese che non ha realizzato la propria missione: proteggere il padrone o morire – vivono una vita sospesa, allontanati dalla società per la vergogna. Il fondatore, Bruno Dorella,  da sempre attratto dal disastro, dal fallimento e dalla sconfitta, sin dal 1999 decide di formare un gruppo che unisca il western morriconiano, l’isolazionismo chitarristico e certo folk mediterraneo. Il percorso di formazione del progetto è lungo, ma nel 2003 vede finalmente la luce il primo ep, semplicemente intitolato “Ronin”. Questo ep diventa anche la colonna sonora del mediometraggio “Rocca Petrosa” di Cosimo Terlizzi. Da li in poi la maggior parte dei lavori della band avranno un filo diretto con le colonne sonore e la cinematografia: dalla canzone estratta dal debut album (2004), “I Am Just Like You”, entrata nella colonna sonora del film “Tu Devi Essere Il Lupo” di Vittorio Moroni e nei titoli di coda del film “Polvere” di Danilo Proietti e Massimiliano D’Epiro, ad alcuni brani di “Lemming” secondo album (2007) che  entrano nella colonna sonora del film “Vogliamo Anche le Rose” di Alina Marazzi, di cui i Ronin firmano anche la colonna sonora originale, passando nel 2013 al singolo “Twin Peaks”, in cui reinterpretano due celebri temi della serie e alla sonorizzazione dal vivo de “L’Isola” di Kim Ki-Duk, commissionata dal Mosaico Film Festival, proseguendo poi nel 2014 con colonna sonora originale del film “Il Terzo Tempo” di Enrico Maria Artale oltre ai titoli di coda di “Match” di Stephen Belber e “Tutto Parla Di Te” di Alina Marazzi.

Per questo motivo e per introdurvi alla speciale partecipazione al Santarcangelo Festival 2019, abbiamo chiesto a Bruno Dorella di realizzarci la sua playlist con le più significative colonne sonore realizzate nella storia del cinema. Eccola.

Neil Young “Dead Man” 

Credo che questa colonna sonora sia uno dei motivi per cui esistono i Ronin. Film superbo, colonna sonora che mi ha fatto raggiungere l’Illuminazione. Tipo Archimede quando urla “Eureka!” o Frankenstein che, invasato, esclama “IT’S ALIVE!”. Poche note, ai limiti dell’isolazionismo. Stupore dall’inizio alla fine. Con due note.

Tan Dun, Yo-Yo Ma “La Tigre e il Dragone”  

Le colonne sonore di film sulle arti marziali cinesi sono le produzioni più costose al mondo, ma su questa struttura barocca e roboante si stagliano melodie semplici, che “suonano” immediatamente cinesi. Saranno i timbri degli strumenti, saranno astuti richiami a melodie celebri, ma in queste iperproduzioni globalizzate la Cina emerge netta, ed è una grande fonte di ispirazione per i nostri temi più epici. Si veda anche la clamorosa scena della “danza dell’eco” ne “La Foresta Dei Pugnali Volanti” https://www.youtube.com/watch?v=Tk9tqFd5sGI

Goblin “Profondo Rosso” 

Poche colonne sonore sono entrate nell’immaginario collettivo come questa. Conosco ancora gente che non riesce ad ascoltarla perché ne è terrorizzata, dopo aver visto il film. Che, rivisto oggi, era tutto sommato abbastanza innocuo. Eravamo un’altra generazione, era un’altra cultura. Oggi farebbe ridere (o annoiare) un bambino di 12 anni. Invece noi ne siamo rimasti segnati, e questo tema resterà per sempre nella storia delle musiche per il cinema.

Fiorenzo Carpi “Le Avventure di Pinocchio” 

Qui è il cuore a parlare. Il Pinocchio di Comencini ha segnato la cultura italiana, e, come il sopracitato “Profondo Rosso”, ha segnato una generazione, anche se in maniera diversissima. Che io mi ricordi, nella mia vita, è stata la prima volta che sono rimasto folgorato da una musica per immagini. La musica era un tutt’uno con la serie (anzi, lo sceneggiato, come si diceva allora). Nutro da anni il desiderio di rifare una versione di tutta la colonna sonora coi Ronin.

Ennio Morricone “Il Buono, Il Brutto e il Cattivo” 

Dopo Pinocchio, questa è stata la seconda folgorazione per quanto riguarda la musica per immagini. “Hey, Biondo, lo sai di chi sei figlio tu? Sei figlio di una grandissima puttaaaaaa” e sulla “a” di “puttana” parte la “a” della colonna sonora. Incredibile, geniale, pazzesco, ancora adesso vorrei andare da Sergio Leone, o da chiunque abbia avuto l’idea, inginocchiarmi e dirgli che è un genio.
Allego la scena  https://www.youtube.com/watch?v=E-eEUm3nRQY

Ennio Morricone “Here’s To You” da The Ballad Of Sacco E Vanzetti 

Siamo di nuovo all’infanzia. La prima canzone su cui abbia pianto. Non capivo il testo, ma la melodia era struggente ed epica. Sono rimasto tale e quale. Il fatto poi che appartenga alla colonna sonora del film su Sacco e Vanzetti, attivisti anarchici condannati ingiustamente a morte nell’America degli anni 20, fa tornare ancora di più i conti tra quello che ero da piccolo e quello che sono oggi.

Angelo Badalamenti “Twin Peaks”

Tre note. Tu… du du. E si entra dritti della storia. Bastano quelle tre prime note e ci si apre un mondo intero davanti. Affascinante per alcuni, spaventoso per altri. Pochi, pochissimi nella storia possono dire di aver creato un mondo con tre note. Per quanto banale sia, non potevo non mettere in playlist questo brano. Noi Ronin ne abbiamo umilmente fatto una versione in un 45 giri ad edizione limitata ormai esaurito.

Ronin “Jambiya” 

Ho scelto questo brano tra i nostri perché il videoclip è praticamente un cortometraggio, prodotto da “Folletto 25603” e diretto da Davide Fois. Molti nostri brani sono finiti su colonne sonore, ma sono particolarmente affezionato a questo piccolo film.