Non sono un tatuatore ma faccio tatuaggi, vedo il tatuaggio come un mezzo espressivo e non come un fine, una transizione creativa che abbraccia questo periodo della mia vita. Voglio creare qualcosa di diverso, farlo in modo diverso ed in luoghi non convenzionali, distaccarmi dal “tattoo studio / tattoo shop”, avvicinarmi alla “factory” e all’ “atelier”.
Marco prosegue raccontandoci che da importanza e dignità al “lettering”, ovvero al tatuare frasi o parole. “Cerco di farmi “scegliere” per la scritta così come un artista o un tatuatore si fanno scegliere per la propria arte figurativa e non. La mia grafia è molto personale, prevalentemente stampatello maiuscolo scritto rigorosamente a mano. Il posizionamento nel corpo è parte fondante dell’atto e caratteristica della mia ricerca di armonia nel caos, nell’asimmetria e nell’irregolarità. Abbraccio l’estetica minimale pertanto le mie scritte sono piccole e spesso occupano una porzione di corpo notevole che sarebbe usuale utilizzare per un disegno medio/grande e l’effetto che ne deriva è di straniamento: spesso non si capisce perché una frase così breve occupi una porzione di spazio così ampia.”
Caratteristica del posizionamento delle sue opere è la destrutturazione di frasi o anche delle parole stesse, facendo fluttuare i versi o le lettere nella parte di corpo dedicata. Le linee sono sottili, flebili, spesso tremanti, quasi caduche. A volte interviene con piccoli disegni, astrazioni sottostanti, linee, macchie di colore, geometrie rigide che si dissolvono in sé stesse.
Marco Sorgato scrive tutto quello che è degno ricordare. Questa è la sua “l e t t e r i n g culture”. Le frasi sono sue, vostre, di poeti, di scrittori o di band e cantanti come gli abbiamo chiesto di selezionare di seguito in questa playlist realizzata in esclusiva per B&S.
1) DISORDER – JOY DIVISION
Faber è il mio cantautore italiano preferito, senza ombra di dubbio. Cosa meglio di “Amico Fragile” per esprimere il caos dei pensieri tramite la destrutturazione della frase?
Questa è una delle canzoni che mi hanno più segnato negli ultimi anni, scoperta ed ascoltata in un momento difficile, parla di una persona ferita e meditabonda, corrucciata tra piccole questioni sentimentali e domande cosmiche. Ho scelto di tatuarla, destrutturandola, in due parti diverse del corpo. La linea è talmente sottile che con il tempo qualcosa si perderà, come la nostra spensieratezza a contatto con la consapevolezza.