La distanza e la vicinanza, l’assenza e la presenza. Difficile separarle nelle diverse fasi della vita, spesso tenute insieme dal piacere, estetico ed esistenziale, della malinconia. Impossibile quindi tenerle distanti in Maledetto e Benedetto, il nuovo album della cantautrice salentina Lucia Manca, uscito il 4 maggio per Malinka Sound/peermusic, che della memoria, intima e privata, è specchio. Inevitabilmente positivo e negativo. Irrimediabilmente Maledetto e Benedetto.

Ascoltarlo è come tornare con la mente ai caldi tramonti estivi in spiaggia: nel juke boxe del lido un brano dei Matia Bazar, i tuoi genitori ancora giovani e belli che con giusto distacco e inevitabile tenerezza osservano la tua adolescenza, i primi baci, i primi pianti d’amore. Lucia Manca è cresciuta con la canzone d’autore: Tenco, Bindi, Endrigo, Battisti, Vanoni, Mina, Patty Pravo, Celentano, Dalla. Ma è figlia del nostro tempo perché oggi ascolta artisti come Frank Ocean, Tennis e Grizzly Bear e così della nobile tradizione cantautorale dei nostri anni ’60, Lucia restituisce una raffinatissima immagine sinestetica, in cui il ricordo intimo parla la lingua dei synth.

Prodotto da Matilde Davoli e registrato al Sudestudio di Guagnano (LE), Maledetto e Benedetto è libero dai trend del momento, immerso in un’atmosfera nostalgicamente patinata eppure lontano da ogni ipotesi di revival. Come fosse una fotografia in alta definizione con colori pastello d’antan.

Lucia racconta che “Il disco è nato dopo un lungo periodo di scrittura durante il quale ho raccolto tutte le mie esperienze. Ogni canzone è una mia personale prospettiva verso temi che riguardano l’amore. Non sempre inteso come rapporto di coppia, ma come sentimento forte verso luoghi, persone, ricordi…”.

Anticipato da tre singoli, l’album fa rivivere in un nuovo contesto contemporaneo ed estremamente personale atmosfere che ricordano la grande epopea delle colonne sonore del cinema italiano, con un’interpretazione vocale degna erede delle migliori voci pop della canzone nostrana e internazionale. Con una scrittura essenziale e per nulla citazionista, racconta un mondo fragile e imperfetto che non ha paura di mostrarsi, di scoprirsi ed emozionarsi, dove i ricordi si mescolano agli auspici e le assenze si fanno presenze. Ogni testo lascia libera l’interpretazione dell’ascoltatore, gli regala input su cui far viaggiare la mente. E così due semplici accordi di tastiera, un malinconico tappeto di synth e un sinuoso incastro tra basso e batteria ci introducono nell’album, dentro “Bar Stazione”. “Eroi” è invece un inno synth-pop alla gioia e all’amore, “Basta chiedere” si muove tra la tradizione melodica italiana e il techno-pop. “Al Posto” Tuo è un ricordo dream-pop costellato di oggetti evocativi.

Maledetto e Benedetto verrà presentato al Mi Ami Festival 2018 di Milano venerdì 25 maggio.
Le prime date del tour, organizzato da Radar concerti, saranno il 12 maggio al Circolo ARCI Rubik di Guagnano (LE) e il 9 giugno al Romapopfest 2018 a Largo Venue.