“Unidentified Phenomena”, pur con tutta le gentilezza del suo produttore Mich Waves, è un EP che non ha alcuna intenzione di lasciarvi scampo. Ascoltandolo, e farlo tutto d’un fiato, fidatevi, è l’unico modo per gustarlo appieno, vi troverete faccia a faccia con il vostro innegabile bisogno di amare e di provare emozioni, con l’anelito alla felicità, vero, unico traguardo della vita. “La musica fatta alle 3 di notte, quando non riesco a calmarmi” di Mich, colpisce tanto per la densità dei pensieri, che ti fanno piroettare nel vuoto di cui non capiamo il senso e di cui non sappiamo l’origine, quanto per l’ironia, che a un certo punto spariglia tutto, e fa sorridere chi ascolta. Chi, come noi, è abituato a vedere Mich in console, ruggente e abilissimo, qui in “Unidentified Phenomena” ne scopre con meraviglia la versatilità e la passione enorme per la musica tutta, tanto che è speciale seguire, come spiega lui stesso “un viaggio che inizia con un mood Chillwave/LoFi, si incammina verso mondi downtempo/dubstep e finisce con un addio Ambient”.
Rooftops
Ho voluto creare situazioni di vita quotidiana per la prima parte dell’EP e producendo questo pezzo, mi sono immaginato con la mente su un grattacielo a guardare il tramonto. Un brano che apre l’EP, dove ho voluto trasmettere quello che, secondo me, è uno dei bisogni primari dell’uomo: quello di amare e di provare emozioni.
Pressure
Lo ritengo il pezzo più “pop” dell’EP, questa volta il tutto viene diretto da una voce femminile, che si apre con il suo compagno, ammettendo che per qualsiasi difficoltà si presenterà, lei ci sarà. La voce è di una ragazza di Denver che ho conosciuto su soundcloud molti anni fa, caricava cover dei The 1975 che sono la mia band preferita. L’intesa tra noi è stata immediata e dopo qualche mese, mi ha inviato la prima demo, scritta insieme. È stato questo il momento in cui mi sono reso conto che la musica non ha confini.
I’ll Get There
È il mio pezzo preferito, di poche parole, ma intenso. Dove voglio arrivare un giorno? All’indipendenza, all’essere finalmente felice, ad amare, ad avere dei figli, all’autorealizzazione, all’essere in pace con me stesso. È un brano più per me stesso che per gli altri, un continuo ripetermi che ci arriverò, prima o poi. Sono contento che sia stato uno di quelli più apprezzati.
Error 404
Con questo brano ho voluto rappresentare il punto di rottura di ogni cosa, l’ unidentified phenomena. È un brano che ti illude, ha un inizio tranquillo, ma il tutto viene stravolto con un drop dubstep, le cose non vanno come ti saresti aspettato, pianificato o previsto.
Sbohem
Sbohem significa addio, è un brano ambient che chiude, dove ho voluto rappresentare quello che ne rimane dopo un fenomeno imprevedibile: un vuoto attorno a noi che non sappiamo decifrare. Produrre questo brano è stato un grande esercizio mentale, ogni volta che mi capita di riascoltarlo, sento il cuore in gola.
Stacy (Bonus Track)
Stacy è una bonus track, è una dedica alla mia prima macchina, dove dico di avere una macchinona veloce dove ci trappo su. Ovviamente tutta ironia sulla mia Hyundai ATOS del ’98, alla quale ero molto legato. Mandai il brano ai miei amici, i quali mi chiesero di metterla sulle paittaforme di streaming. È stato bello e divertente fare il “trapper”, ma solo al pensiero di rifarlo mi viene da ridere, perché so di non essere in grado. Non ha niente a che vedere con il concept dell’EP e sono contento che la gente lo abbia capito e abbia preso con ironia il brano.