La musica della band torinese Moonlogue è in prevalenza strumentale ma “parla” all’ascoltatore con un linguaggio che fonde diversi ambiti musicali, legandosi ad attualissimi temi ambientali. Sail Under Nadir, il loro disco d’esordio, fuori oggi 3 luglio 2020, anticipato dai singoli Estéban, Nuage e Rainyard ci racconta un viaggio attraverso scenari estremi, dove l’esasperazione del progresso, l’avidità e la smania di controllo hanno consumato il mondo in cui viviamo.
Il quartetto piemontese unisce chitarra elettrica, basso, batteria e sintetizzatori, oltre a rumori e sequenze varie nell’ottica di una sperimentazione elettronica sempre più accentuata, e l’utilizzo dei sample ottenuti dall’interpretazione dei testi – redatti in origine dal gruppo – a opera di Oliver Hutchison, professore australiano di Letteratura inglese. I modelli di riferimento, per orientarsi, potrebbero essere Battles, Calibro 35, il duo Darkside di Nicolas Jaar e Dave Harrington, Mogwai e Public Service Broadcasting, indifferentemente.
Nel loro debut album, scritto, prodotto e mixato nel proprio laboratorio-studio di registrazione, i Moonlogue sognano una vera e propria storia, che non sfigurerebbe in un episodio del telefilm Tales From The Loop. Non vogliamo togliervi il sapore di bocca aggiungendovi altro. Spazio all’ascolto e al loro racconto track by track.
In Sail Under Nadir viene raccontata una vera e propria storia: l’astronauta Estéban riceve un allarme interstellare e si lancia alla scoperta della sua provenienza, del suo significato. Fino a quando, dopo aver captato via via maggiori informazioni, si renderà conto che il pianeta in pericolo, quello vicino al collasso, è la stessa Terra dal quale era partito.
01
La traccia di apertura rappresenta, all’interno della storia narrata nel disco, il messaggio che viene ricevuto. Un avvenimento casuale, ma che prepara alla partenza.
Graphite
Graphite si collega direttamente all’intro e, attraverso le sue atmosfere cupe, vuole focalizzare l’attenzione sul problema dell’inquinamento nucleare attraverso la metafora di un mondo distopico, in cui la Terra è ormai contaminata e impura. Presenta lo scenario in cui si svolge la storia.
Estéban
Estéban è il protagonista della storia e simboleggia la curiosità e l’intraprendenza umana. Una volta ricevuto questo messaggio misterioso, non riesce a darsi pace e decide, nonostante tutte le incertezze, di partire alla ricerca della fonte di provenienza di quella comunicazione.
Grain
Grain si può definire la “ballad” del disco. Lenta ed evocativa, vuole essere la metafora della complicata condizione umana in cui tutti ci troviamo, tanto inadeguati e deboli quanto provvisti di capacità sorprendenti.
Borderland
Borderland illustra il confine a cui ci stiamo avvicinando, un confine da cui non sarà più possibile tornare indietro. È necessario essere più attenti alle esigenze non solo di tutte le persone ma anche di tutte le specie viventi che come noi vivono sulla Terra. Nel nostro futuro immaginario gli interessi economici soverchiare gli equilibri naturali, a discapito del benessere di tutti.
Moonflares
Questo brano è il secondo che abbiamo composto insieme e vuole porre l’attenzione sul fenomeno dello scioglimento dei ghiacci che, legato o meno all’attività umana, provocherà inevitabilmente dei cambiamenti che si ripercuoteranno su tutti noi.
Nuage
Nuage si concentra sul tema dell’inquinamento dell’aria, sul suo deterioramento. Il viaggio procede tra ambientazioni desertificate, aride e soffocanti.
Treeless
Questo pezzo è forse quello più enigmatico del disco. Rappresenta la guerra, la guerra fatta con e per la tecnologia. Tutte le possibilità che abbiamo e avremo a disposizione per evitarla rendono la nostra responsabilità ancora più grande.
Zwangslage
Zwangslage riprende e amplia il concetto della tecnologia trattato in Treeless. Questa volta, però, l’argomento è l’impreparazione della nostra coscienza e conoscenza di fronte alle infinite potenzialità che la tecnologia offre. Questo proviamo ad affrontarlo tramite una metafora narrativa: il nostro protagonista Estéban capisce da dove viene il messaggio, ma la sua nave è in avaria… soltanto l’intelligenza artificiale del computer di bordo può effettuare le codifiche necessarie per la ripartenza. Siamo in mano a qualcosa a noi di ignoto…
Rainyard
Rainyard racconta il ritorno sulla Terra, dove la siccità si è nel frattempo estesa a perdita d’occhio. Questo è l’argomento su cui il brano focalizza l’attenzione, tentando di farlo con il contrasto tra l‘immagine della siccità appunto e le opposte suggestioni sonore di gocce d’acqua. Come nel ricordo di una tempesta passata.
00
L’outro vuole proiettarci in uno spazio inedito, neutro, dove non c’è più nulla. C’è solo la speranza di un nuovo inizio.