PHOENIX, AIR, KAVINSKI, EZRA KOENIG: finalmente uno show coraggioso e di qualità ad una cerimonia in mondovisione

Quello che è successo alla cerimonia di chiusura delle Olimpiadi di Parigi 2024 rimarrà negli annali non per le coreografie e le scenografie (bellissime), non per la parentesi holliwoodiana ai limiti del trash costruita sulla “solita” mission impossible di un redivivo Tom Cruise che passa il testimone sulle spiagge di Los Angeles ai celibiri RHCP, Billie Eilish, Snoop Dog e DR.Dre, ma per il live messo in campo dai Phoenix accompagnati dai loro connazionali AIR, così come da Ezra Koenig (Vampire Weekend). Uno show coraggioso e di qualità, con cui finalmente una nazione, in questo caso la Francia, decide di ergere a porta bandiera del sound nazional popolare, agli occhi dei milioni e milioni di telespettatori connessi, una band si storica ma non certo commercial planetaria. Si dice anche che il brano “night call” interpretato con il producer Kavinski & la cantante Angèle, reso celebre dal film “Drive” (2011) di cui era parte fondamentale della colonna sonora, abbia totalizzato il record di shazam durante l’esibizione stessa e questo la dice lunga sulla “cultura” musicale dei telespettatori sintonizzati. E ora una domanda ci viene spontanea? Cosa ci dobbiamo aspettare musicalmente dalla Cerimonia di apertura delle Olimpiadi invernali 2026 che si svolgerà presumibilmente allo Stadio San Siro di Milano e da quella di chiusura all’Arena di Verona? Che il toto nomi abbia inizio. Saremo in grado di valorizzare come hanno fatto i cugini transalpini quello che di buono si sta vedendo e ascoltando nel nostro paese o ci aspettano i soliti, appunto, nomi nazional popolari quali Maneskin, Negramaro & Co.? Due anni di attesa per l’ardua sentenza!

Ph. courtesy © Roger Do Minh hi-res