“In quarant’anni di carriera Luca Carboni ha pubblicato dodici album in studio, un live e diverse raccolte. Ma nel frattempo ha coltivato altro, magari in solitudine o appartato: ha disegnato, dipinto, realizzato opere installative, raccolto immagini, perché nel suo percorso arte e musica sono andate insieme, l’una ispirava l’altra, l’una aiutava l’altra. Una parte nascosta, un percorso parallelo intimo e personale, sperimentale, quasi mai raccontata se non in alcuni rari momenti in cui Luca ha utilizzato disegni per copertine di album, immagini per proiezioni in alcuni tour e una raccolta di schizzi nel libro Autoritratto del 2004. Una parte che, come le canzoni, ha dentro, in modo profondo, la sua città, Bologna, le piazze, le strade, le chiese, figure femminili ispirate alle forme e alle linee dei portici.”
Con queste parole Luca Beatrice, giornalista e critico d’arte contemporanea, introduce Rio Ari O: la mostra con cui Luca Carboni celebra nella sua Bologna allo spazio mostre del Museo della musica l’intensa attività dal 1984 ad oggi. Quarant’anni di creatività libera raccontata attraverso le opere che hanno accompagnato quattro decenni di una carriera musicale di successo, celebrando la sinergia tra musica e arte visiva, mostrando un percorso creativo inedito e parallelo, ma spesso intrecciato a quello musicale dato che molti album di Carboni sono accompagnati da una produzione fatta di disegni, schizzi e dipinti che raccontano il processo creativo dietro ogni brano, concerto o tour.
In quattro stanze più una wunderkammer di ingresso, Bologna città creativa della musica Unesco, dal 22/11/2024 al 9/2/2025 festeggia così uno dei suoi artisti più rappresentativi e poliedrici rispetto ai linguaggi con cui ha espresso la propria poetica.
Ideata e prodotta da Elastica in collaborazione con il Settore Musei Civici Bologna | Museo internazionale e biblioteca della musica, sono oltre una cinquantina le opere pittoriche esposte, tutte realizzate a partire dalla metà degli anni ‘80 e nelle sale i visitatori potranno inoltre trovare esposti oggetti, copertine di dischi, testi inediti, appunti, memorie che partono proprio dal quel 1984 che ha segnato la data di inizio della carriera di Carboni. L’intento è quello di raccontare la storia nascosta, più che la dimensione pubblica dell’autore di Mare, mare e di tanti altri successi.
La mostra è una sorta di dietro le quinte dove i block notes, gli appunti, i disegni e i quadri sono stati un percorso parallelo ma non disgiunto con i successi musicali. Non può, ovviamente, mancare la musica nella mostra di uno dei cantanti che hanno segnato maggiormente la storia della canzone italiana. Per questo, la sala finale del percorso espositivo sorprenderà il visitatore con un sound design che include canzoni, inediti, audio rubati in studio, il tutto accompagnato da immagini e video clip, in un allestimento dall’atmosfera pop. Il centralissimo Portico del Pavaglione accoglierà infine una sorta di ghost track della mostra a partire dall’8 gennaio 2025: sono gli autoritratti di Carboni stampati su larga scala e appesi alle chiavi di ferro degli archi del portico.
A completare e impreziosire la mostra prende forma Rio Ari O Incontri: un ciclo di conversazioni che si terranno presso la Sala eventi del Museo della musica: tre appuntamenti pubblici con Luca Carboni, tre temi, tre diversi ospiti.
giovedì 28 novembre 2024 ore 18.30
Rio Ari O Incontri #1 Musica e arte
Luca Carboni con Luca Beatrice
Il racconto della mostra Rio Ari O. Un grande viaggio tra musica e arte.
giovedì 19 dicembre 2024 ore 18.30
Rio Ari O Incontri #2 Musica e cinema
Luca Carboni con Giorgio Diritti
Dai Teobaldi rock al David di Donatello. Una maestosa storia di cinema, teatro e rock parrocchiale.
giovedì 16 gennaio 2025 ore 18.30
Rio Ari O Incontri #3 Rio Ari O
Luca Carboni
La prima cosa che la gente ha sentito di me. La genesi di “…Intanto Dustin Hoffman non sbaglia un film”
Biglietti: € 5.00
Prevendita online qui (disponibile anche il biglietto OPEN a data aperta valido per 1 ingresso)
o direttamente in cassa negli orari di apertura del Museo
Cover foto @ ph. credits Nino Saetti