Usciti dall’inferno in terra che è Halloween, ci possiamo affacciare con sollievo a un nuovo mese di live del circolo Ohibò di Milano, più scoppiettante delle caldarroste. Spoiler alert: il banchetto, a sto giro, è così ricco e invitante, che sono stati già spazzolati via i biglietti disponibili per qualche evento. Ma su con il morale, perché c’è molto con cui consolarsi, che al netto delle nebbie e delle prime avvisaglie di febbre natalizia, novembre rimane il mese perfetto per trovare rifugio dal maltempo e dalla comparsa dei primi, mesti panettoni, tra le braccia calde di un club pieno zeppo di concerti fighi. Partiamo, quindi, con la raffica novembrina della rassegna targata Ohibò.
Siamo partiti il primo novembre, non in quinta, ma direttamente in decima, con gli Uochi Tochi, il duo che suona le Galassie e le profondità della Terra tramite i campionatori e racconta del Tutto, del Niente e del Qualcosa tramite un rap frastagliato. Questa sera non si rallenta per niente e sarà di scena il trio bolognese, ma londinese d’adozione, Husky Loops. È impossibile dare un’etichetta di genere a questo trio che in ogni canzone riesce a dipingere un quadro unico, come somma di diverse e nuove esperienze: mentre in un brano le linee di basso richiamano il moderno hip hop e la musica elettronica, con i brani successivi si avvicinano al jazz o addirittura al garage. Domenica sera sarà invece il turno di Tish, la giovanissima cantautrice e poli-strumentista porterà live il suo primo EP, che ne porta il nome e subito si presenta come manifesto: sette brani che raccontano di lei, una black voice che nuota dentro atmosfere pop-soul per una gemma inedita all’interno del panorama italiano. Giusto il tempo di tirare fiato e il 6 novembre si riparte con Bruno Dorella e i suoi Ronin, vi rimandiamo alla loro playlist di colonne sonore per darvi un’idea del perché non potete perderli.

Per quanto riguarda l’evento dell’11 novembre, io personalmente ho già la pelle d’oca, gli occhi lucidi, le palpitazioni e tutto l’armamentario della fan sfegatata, perché sul palco salirà quella delizia di Micah P. Hinson, con tutto il suo magico repertorio impreziosito dall’ultimo “When I Shoot At You With Arrows, I Will Shoot To Destroy You”, uscito il 26 ottobre 2018 e registrato in sole 24 ore. Affezionato ai concetti di Apocalisse, morte e rinascita (ma, in fondo chi di noi non lo è) Micah è un vero maestro d’intensità, per cui, fidatevi: anche se ne ignorate completamente la discografia, venite a conoscerlo. Il 12 novembre, invece, si cambia completamente registro, con The Mauskovic Dance Band, la band olandese rivelazione della scena indie-tropical, Completamente autoprodotta, la band raccoglie l’eredita della musica psichedelica afro-latina anni ’70 e ’80, declinandola in chiave estremamente attutale e localizzandola in una moderna Amsterdam. Il risultato è un groovoso no wave lo-fi unico nel suo genere, caratterizzato da una forte fascinazione per generi come champeta, Palenque e cumbia psichedelicha, che risente sensibilmente dell’influenza dei classici dell’afrobeat. Il loro album omonimo è uscito lo scorso 24 maggio sull’etichetta Soundway, a quasi un anno di distanza dal loro EP “Down in The Basement” che li ha fatti conoscere in tutto il mondo. Il 14 novembre si alza l’asticella delle tematiche corpose e dell’aggancio musicale con l’attualità, grazie al tocco sofisticato ma al contempo denso di realtà di Sinkane. All’anagrafe Ahmed Gallab, è un musicista americano di origine sudanese che, dopo aver militato per anni in band del calibro di Yeasayer, Caribou, Eleanor Friedberger, Born Ruffians and Of Montreal, ha deciso di fare da solo, sulla spinta del desiderio di dire in prima persona le cose che gli stanno a cuore, attraverso canzoni belle e potenti, come si suol dire “da scoprire”. Di colore, musulmano, americano di fatto ma non nel cuore, in un’America che ha eletto Trump e dove la polizia spara sulle persone di colore, mentre nel suo Sudan imperversa la corruzione, Sinkane s’è trovato a dover fare i conti con con la sensazione di sentirsi straniero nella propria terra e con in testa un’assillante domanda: come immigrato in America, a quale Stato realmente mi sento di appartenere? La risposta sta tutta nel suo ultimo album, intitolato evocativamente “Dépaysé”.

Il 15 novembre, pronti a pogare, perché arrivano i PUP, che del punk rock hanno fatto la loro unica religione. Ma non aspettatevi uno straniante effetto nostalgia del sound ’77, perché i ragazzi in questione sanno maneggiare con destrezza anche melodie perfettamente catchy, abbinate a testi, attenzione, per nulla scemi, anzi proprio grazie a una musica festante, il frontman Stefan Babcock è riuscito a parlare e ad esorcizzare la propria depressione. Il 20 novembre il protagonista della serata di Ohibò ha davvero poco bisogno di presentazioni: signore e signori, ecco a voi Ron Gallo. E posso testimoniare in prima persona che alla notizia dello sbarco del dio dello “zen-punk” a Milano, più di una persona è saltata dalla sedia. Perché è innegabile che Gallo abbia un feeling speciale con il nostro Paese, dove i suoi tormenti spirituali e le sue sperimentazioni sonore, trovano sempre una bella frotta di occhi a cuore. Il 21 novembre tornano, invece, ad esibirsi, dopo una pausa lunga un annetto, Cecco e Cipo, alias Simone Ceccanti e Fabio Cipollini, entrambi di Vinci, entrambi classe ’92. “Roba da Maiali”, pubblicato nel dicembre 2011, e “Lo Gnomo e lo Gnu”, pubblicato nel giugno 2014, sono i loro primi due album, entrambi prodotti da Labella, mentre nel settembre 2014 si sono presi una belle fetta in più di seguito grazie alle audizioni di X Factor 8, dove hanno portato il tormentone “Vacca Boia”. Incapaci di comporre senza dalla loro una irrefrenabile vis comica, Cecco e Cipo suonano per farci stare “senza pensieri”. Il concerto del 23 novembre è andato, come accennavamo nell’intro, sold out, ma ve lo raccontiamo lo stesso, sì, forse un po’ sadicamente. Splendida protagonista del live sarà, infatti, Alice Phoebe Lou, originaria del Sud Africa e conosciuta in tutto il mondo per il suo raffinato blues da strada. Fiera del suo approccio indipendente e contagiata sin in tenera età dall’ambiente fortemente artistico che si respirava nella sua famiglia, a sedici anni Alice Phoebe Lou se ne va  Europa con la sola compagnia di una chitarra, dove comincia ad esibirsi per le strade raccogliendo i soldi necessari per continuare il suo viaggio. Dopo un intenso peregrinare in tutta la Germania, con nel cuore Berlino, Alice comincia a collaborare con artisti nel mondo del jazz acustico e dell’elettronica, incluso il poli-strumentista Matteo, che diventa il partner delle sue esibizioni live. Dopo aver passato due anni tra l’Europa ed il Sud Africa, ed essersi esibita in apertura ai concerti di noti artisti tra cui Rodriguez, nel 206 Alice pubblica “Orbit”, il suo primo album di studio, mentre a marzo 2019 l’artista pubblica, sempre in totale autonomia, “Paper Castles”, nel quale scorre come un dolcissimo serio la sua voce da sirena che racconta viaggi, avventure, passioni.

Chiudiamo con l’appuntamento del 24, con il songwriter di casa nostra Nicolò Carnesi. Di origine palermitana, in poco tempo attira le attenzioni di addetti ai lavori, stampa, musicisti affermati, discografici, fino a ottenere un contratto come autore per Warner Chappel, per la sua incredibile capacità comunicativa e un approccio ironico, personalissimo e disincantato alla quotidianità. Autore di canzoni dai testi acuti, sottili e cinici che viaggiano su sonorità elettroacustiche influenzate dalla tradizione italiana e dal british pop degli anni ’80, Nicolò Carnesi . Nel giugno 2019 Nicolò Carnesi è fresco di pubblicazione del suo nuovo “Ho bisogno di dirti domani”, dove riparte dalla concezione moderna e precaria del tempo, per raccontare in dieci canzoni il difficile presente in altrettante storie di vita, smussando il dramma incombente con dosi di ironia. Sostenuto da una scrittura pop di qualità Nicolò viaggia alto, quindi non mancate l’occasione di farvi un giro sulle nuvole intime a lui.
Vi invitiamo però come sempre a cliccare sulla pagina di Ohibò per controllare anche la presenza di altre perle qui non citate come il djset degli IDLES.