17 ottobre 2019 una strada privata, Labrutepoque un locale molto piccolo e accogliente di Milano, una mini mostra con grafiche bellissime e una data: 18 ottobre 2019 che segnala l’uscita per Carosello Records del primo album in italiano di Wrongonyou, l’abbiamo incontrato al release party di Milano parla piano e mentre scaldava la voce per il suo mini set in acustico, ci ha raccontato la genesi di questo nuovo progetto, appoggiato ad un divieto di sosta per strada.

“Milano parla piano” è un modo per far tacere la città, ci spieghi questo concetto e il rapporto che hai con quella che possiamo definire la tua nuova città?
Sono a Milano da un annetto, all’interno delle canzoni io ho estrapolato questa frase perché mi sembrava molto poetica, mi ricordava vagamente Gino Paoli come stile di scrittura. “Milano parla piano” è una richiesta, è una città chiassosa non caotica, c’è molto fermento intorno. Quello che intendevo è: “che almeno stanotte Milano se parli piano mi fai un favore c’è una cosa importante che devo fare, parla piano, rallenta un secondo.”

Ti sei trasferito da Roma a Milano. Secondo te quali sono le maggiori differenze tra la scena musicale romana e quella milanese?
Le differenze sono poche c’è sempre voglia di comunicare, e di arrivare,  i format sono simili e anche i posti dove potersi incontrare per fare musica. A Milano c’è più movimento musicale, ormai si sono trasferiti tutti qui, e c’è più voglia di arrivare al concreto, rispetto a Roma che è più pigra per certi aspetti. A Milano si va sempre di corsa, questo forse un po’ mi infastidisce, perché non si gusta più nulla.

È un album che gioca molto con le immagini e con l’immaginario, parlaci  degli artwork  del disco.  Da chi sono stati realizzati e com’è venuta fuori questa idea?
Gli artwork sono stati realizzati da Marcello Gatti che è un grafico qui a Milano, sono usciti tre artwork per i singoli: “Mi sbaglio da un po’ ”, dove c’è la mia faccia in parte cancellata su un foglio stropicciato, per simboleggiare una ripartenza. riprendo il foglio accartocciato perché non c’è un vero e proprio errore, cancello e riscrivo. Nella copertina di “Solo noi due” ci sono questi occhi staccati dalla testa che detto così sembra molto splatter con dentro un paesaggio di montagna perché ripenso sempre alle mie origini e in più ci sono due mani perché c’è la frase chiave che dice “le mie mani sono il doppio delle tue.” La copertina è l’unione di oggetti di simboli, e accadimenti che sono all’interno del disco, in un pezzo “Più di prima” si parla di una nave stanca, e quindi c’è l’immagine della nave, poi c’è la statua storica di Atlante della mitologia greca, insomma rappresenta tutto quello che ritroviamo poi nei testi delle canzoni.

Se dovessi descrivere il tuo album con una parola, un aggettivo quale sceglieresti e perché ?
(Ci pensa un po’) Direi Evoluzione.

Risposta definitiva evoluzione?
Sì l’accendiamo.

Canzone preferita di “Milano parla piano”, se ne hai una.
“Più di prima” scritta quasi per ultima, quindi avevo accumulato tutta la fatica e in un certo senso la nave stanca del pezzo sono io che ha preso botte a destra e a manca, ma nonostante ciò continua a navigare verso il largo con coraggio, sfidando anche le burrasche.

A novembre parte il tour, che sensazioni provi quando sei sul palco? E la cosa più strana che ti è successa durante un live o durante il tour.
L’inglese era un bello schermo che mi proteggeva, cantare in italiano adesso, mi renderà sicuramente più timido, ma sarà una prova per riuscire a tirare fuori tutta la potenza, come sempre. Daje!
Una volta non avevo assolutamente voce, e delle sostanze non proprio legali, mi hanno riportato in vita la voce, ma nulla di chimico, davvero.


ATLANTE TOUR
20.11 BOLOGNA – LOCOMOTIV
22.11 COSENZA – MOOD
29.11 FIRENZE – VIPER
30.11 TORINO – SPAZIO211
07.12 BARI – OFFICINA DEGLI ESORDI
13.12 TREVISO – NEW AGE
14.12 NONANTOLA (MO) – VOX CLUB