Ci sono ascolti che, a prescindere da dove ti trovi e dai tuoi sentimenti, sono in grado di riallinearti con l’universo, Pouty Lips, l’atteso esordio via WWNBB Collective di Sleap-e, è sicuramente tra questi.
Negli ultimi due anni insieme alla formazione composta da Luca Gruppioni (basso), Francesco Bonora (batteria – Baseball Gregg, Leatherette), Natan Dall’Aglio (tromba) e Jacopo Finelli (sax – Vipera, Leatherette), Sleap-e, aka Asia Martina Morabito, ha dato vita ad un sound caldo e profondo, fatto di richiami al Soul e all’R&B che mantiene i piedi ben piantati i piedi nell’humus compositivo dell’indie, candidandosi così come la next big thing del rock anglofono in Italia.

“Pouty Lips è la spontanea ricerca di un luogo sicuro dove elaborare sentimenti disordinati. Ho preso emozioni complesse e le ho liberate, lasciando loro lo spazio per trovare ordine e senso attraverso i brani.”

Abbiamo chiesto ad Asia di raccontarvi il suo disco traccia dopo traccia:

Intro
Una cosa che mi diverte di questa canzone è che sia una melodia completamente spontanea e improvvisata. L’ho registrata col telefono una mattina nella mia cucina, e in sottofondo si possono sentire i rumori della mia gatta che mangia i croccantini. Adorabile.

Pouty Lips
Per questa canzone ho preso spunto da Your Scent, che avevo scritto molto tempo prima. Le due sono legate in un qualche modo, parlano di esperienze analoghe. Infatti ho capito che quando mi sento romantica finisco sempre per cercare un sound del genere. Il testo mi piace un sacco, scriverla mi ha fatto provare soddisfazione.

Wounded
Doveva intitolarsi Wounded Emotions, ma sembrava un titolo meno efficace. Adoro l’incipit, mi trasmette davvero tanta energia e benessere, mi fa sentire come una bimbetta di 4 anni saltellante.

Fried Chicken
Ho provato a registrarla più volte, in modalità e con persone diverse, ma alla fine la versione più spontanea è stata quella definitiva. Scritta dopo essere stata da KFC con Francesco, in quei giorni ero un po’ triste.

Cherub
Avevo fatto un brutto sogno molto vivido, che mi è rimasto impresso per giorni e per un po’ ha fatto parte della mia realtà. Mi sono sentita abbastanza tormentata. Quando la canto mi sento vocalmente forte, avverto una bella tensione che poi esplode nella successiva Bye.

Bye
Ho mandato a quel paese una persona e l’ho fatto ascoltando me stessa.

Your Scent
È la canzone più vecchia del disco. Ero sulle nuvole e volevo fare questa sorta di bossa nova. Per anni è rimasta ferma e non è mai cambiata molto; aspettava solo di fare parte del disco, è sempre stata pronta e perfetta per me.

Queen Bee
L’ho scritta dopo un weekend di settembre molto stimolante. Ho avuto modo di osservare diverse persone intorno a me e ho colto delle caratteristiche che mi ispiravano. Mi sentivo effervescente come un’aspirina. Ho registrato la voce nell’armadio di Vincenzo disturbando i suoi coinquilini.

Growin’ Up
Canzone vecchissima che ha cambiato forma davvero tante volte. Dentro rivedo una me stessa molto adolescenziale. Per fortuna adesso sto meglio

Park
È la mia preferita, mi fa commuovere quasi sempre. L’ho messa in chiusura nel disco perché volevo che rimanesse impressa. È la fine di un percorso, quindi si rilasciano molte cose. La percepisco quasi come un rituale liberatorio. È quel promemoria che mi serve sempre, mi fa sentire bene nei momenti peggiori.