Com’è ascoltare Lucio Corsi? Mistico, un viaggio epico fatto di immagini a tratti nitide e in altre piacevolmente confusionarie, un percorso fatto di tappe, sintonizzati su una radio spaziale in grado di trasmettere ciò che scalda il cuore e gli occhi, indipendentemente da chi sei, da dove ti trovi o quanti anni hai. Il viaggio dell’eroe per le orecchie dell’ascoltatore, fatto anche di formazione, riportando sulla retta via un mercato sempre più fluido e in rapida decadenza. Lucio, già solo il nome basta per prenderlo a cuore, è uno di quegli artisti che, con due note e tre parole, ti fa sognare, volare lontano, un ansiolitico che allevia i dolori del momento, come un’astronave giradisco dal sound idilliaco, “space vibration”. Tra utopia e mistero, ascoltare questo nuovo progetto del cantautore toscano, ci ricorda amorevolmente quanto è importante continuare a sognare, tra un lento ballare e un Glam Rock di ispirazione seventies.
“La gente che sogna”, questo il titolo del nuovo disco di Lucio Corsi, ci permette di tornare in contatto con l’io fanciullo narrato da Pascoli, l’aspetto di noi che porta nella nostra vita la giocosità, la creatività, lo stupore, ma anche il bisogno e la vulnerabilità. Entriamo dunque nel mondo dell’artista tra la notte e le stelle, affrontando con lui l’ingresso in una nuova fase nella vita dove i sogni (e gli incubi) sono fondamentali per rimanere sé stessi. La musica di Lucio è popolata da animali fantastici, visioni uniche e rare, dove probabilmente la creatura mitologica da scovare è un po’ dentro di noi e un po’ nella sua arte, la quale incarna l’incanto del Cappellaio Matto, dell’ebrezza della polvere da sparo, pronta a farci saltare in aria da un momento all’altro. La bellezza di questo progetto però, non risiede solo nelle parole e nella musica, prodotta dallo stesso Lucio con l’aiuto di Tommaso Ottomano, bensì anche nell’estetica e nel taglio narrativo dato al racconto, minuziosamente studiato e perfettamente riportato nella mente dell’ascoltatore. “La gente che sogna” è arte a 360gradi, è un tuffo in un mondo fatto di spessore e qualità, ma non quella noiosa, quella un po’ pazza che ti fa dire “cazzo che bella è la vita”.
L’artista ritorna live in cinque concerti che costituiranno l’anteprima di un tour estivo che lo vedrà impegnato in diverse città italiane con la sua band. Nel mese di maggio il tour solista toccherà il 5 maggio il Lumière di Pisa (sold out), il 7 maggio l’Alcatraz di Milano, il 10 maggio il Monk a Roma, il 12 maggio l’Hiroshima Mon Amour di Torino e il 13 maggio il Locomotiv Club di Bologna.
ph. courtesy @ Tommaso Ottomano