Il talent televisivo è un’indiscutibile piattaforma di scouting. Da lì han preso forma svariati progetti discografici, alcuni lautamente noti al grande pubblico, altri meno “rumorosi” e più vicini alla scena indipendente. Al di là di etichette e pregiudizi, è tempo di aprire le orecchie e farsi incuriosire da coloro che, nonostante un’apparente sconfitta ai tempi del talent, si sono fatti strada e hanno dimostrato di avere talento al di là del talent! Oggi vi presentiamo Riccardo Schiara, ora noto con lo pseudonimo di ARASHI.
Originario di Alessandria, ha partecipato a XFactor 8 sotto la guida di Fedez. L’esperienza è stata fugace, ma ha segnato l’inizio di un percorso che l’ha portato a Milano, città in cui ha intrapreso le prime produzioni musicali e fatto da opening act a Cosmo e Achille Lauro. Il 21 gennaio 2020 ha pubblicato l’EP Spiagge Adriatiche, dando espressione a una rinnovata identità artistica neo-soul. Ma torniamo a quando tutto è iniziato e conosciamolo meglio…
Parliamo di XFactor. In che modo ha contribuito alla tua formazione artistica?
All’epoca avevo 19 anni e prendervi parte è stato indubbiamente stimolante. Ho affrontato situazioni inedite e conosciuto persone con la mia stessa passione, con le quali mi sono trovato benissimo.
Mi ha aiutato a prendere consapevolezza anche sul tipo di artista che posso essere, senza snaturare la mia indole. Ho capito che su un palco mi voglio divertire, sicuramente, ma che preferisco sia la mia musica a essere protagonista.
A esperienza conclusa, trovi che il talent sia stato un trampolino di lancio oppure una zavorra?
Non l’ho visto come un trampolino di lancio perché la mia avventura a XFactor è stata piuttosto breve. E’ stata un’esperienza che ha contribuito a formare le mie idee e la mia artisticità, ma è stata fine a sé stessa. L’ho vissuta con leggerezza e mi sono divertito.
Per com’ero all’epoca, non avevo ancora chiaro cosa volessi fare e credo sia stata una fortuna non aver firmato un contratto già all’epoca.
Lo rifaresti?
Se avessi ancora 19 anni, sì, lo rifarei. Nelle vesti di ARASHI, no.
Quando hai deciso di metterti a fare musica, hai anche optato per un cambio nome. Come mai?
Quando ho iniziato a considerare la musica come una carriera percorribile, mi sono fatto molte più domande su cosa volessi dire e su quale fosse la mia personalità artistica, e ho sentito l’esigenza di adottare questo nome per riconoscermi in ciò che stavo facendo. Altro non è che un anagramma del mio cognome. E’ stato un segno di cambiamento, pur restando saldo alle mie radici, che sono ciò che mi caratterizza mentre il resto evolve e muta. Così quando firmo qualcosa, lascio traccia di me, seppur in codice.
Sotto il nome di ARASHI hai una produzione ancora contenuta, ma che esprime già un’evoluzione da sonorità elettroniche a neo-soul. Cos’ha innescato questo ulteriore cambiamento?
Quando sono arrivato a Milano ho cominciato fin da subito a lavorare con Marcello Grilli, che ha prodotto i primi singoli. Nel mentre sono cresciuto e ho voluto sperimentare altri mondi. Così ho conosciuto Maiole e mi è sembrato essere la persona giusta con cui dare forma ai nuovi pezzi che avevo scritto, ricercando sonorità più analogiche rispetto a quanto fatto prima. Ciò non significa che le produzioni antecedenti non mi rispecchino, anzi, sono entrambe parte di me.
Cosa sono le spiagge adriatiche?
Sono un luogo che rivivo nei miei ricordi; sono un rimando a quand’ero piccolo e con la mia famiglia andavo in vacanza sul litorale adriatico. Vi ritrovo me stesso.
L’ho scelta come focus-track perché ritengo sia l’assoluzione del percorso racchiuso nell’EP. Se Angeli ha un approccio materiale e esterna il desiderio, Spiagge Adriatiche sposta il focus su qualcosa di più grande e vasto, che sminuisce il resto.
L’EP è stato anticipato da un altro brano: Incubo.
Incubo è l’inizio del percorso, quando ancora si è sognanti e spensierati. Esprime la nostalgia di qualcosa che non è ancora successo ed è sospeso nel tempo. La cover stessa rappresenta questo stallo, raffigurandomi a mezz’aria mentre sto per cadere su un letto. Sono fermo a metà dell’azione.
Non è un buon periodo per chiederlo, ma com’è la tua agenda nei prossimi mesi?
Purtroppo le date live che erano in programma sono state messe in fermo a causa della situazione che stiamo vivendo. In compenso sfrutto il tempo libero per scrivere. Mi piacerebbe continuare il percorso fatto con l’EP, scrivendo l’album. Alcuni prezzi e delle idee le ho già in tasca.
Di certo ripartiremo non appena possibile. Per il momento, lavori (in casa) in corso.