Il talent televisivo è un’indiscutibile piattaforma di scouting. Da lì han preso forma svariati progetti discografici, alcuni lautamente noti al grande pubblico, altri meno “rumorosi” e più vicini alla scena indipendente. Al di là di etichette e pregiudizi, è tempo di aprire le orecchie e farsi incuriosire da coloro che, nonostante un’apparente sconfitta ai tempi del talent, si sono fatti strada e hanno dimostrato di avere talento al di là del talent! Oggi vi presentiamo Elisa Pucci, in arte MILLE!
Ha partecipato a XFactor 9 sotto la guida di Fedez per la categoria “gruppi”: lei, Davide Malvi e Fabio Brignone erano i Moseek. La band viene eliminata dalla gara a un passo dalla finale, riuscendo comunque a presentare l’inedito Elliot, poi remixato da Benny Benassi, e a pubblicare l’album Gold. Oggi Elisa si presenta in nuove vesti e con nuovo nome: si chiama MILLE, suona in analogico e canta in italiano.
Ciao Elisa (MILLE). Ti abbiamo conosciuta nel corso della nona edizione di XFactor come componente dei Moseek, band di gran carisma e dalla forte personalità elettro-rock. Com’è stato raggiungere il grande pubblico in quel contesto?
Lasciami usare un termine tecnico di Roma: ci è servito tantissimo il bucio de culo che ci siamo fatti negli anni. XFactor è un’esperienza divertentissima, ma tosta. Non hai orari, non hai tregua. Il livello di stress psicofisico è alle stelle e paradossalmente per la musica c’è meno tempo di quanto ti immagini. Noi usavamo la notte per fare le prove, anziché dormire! Però con tutto quello che avevamo a disposizione, a livello umorale stavo benissimo. Era fantastico.
Negli anni di gavetta siete persino andati in tour in Inghilterra. Dev’essere stata anche quella una tappa importante nel vostro percorso, o sbaglio?
Il mini-tour in Inghilterra è durato due settimane, in concomitanza con un bellissimo festival. Oltre a farci suonare davanti a tantissima gente e con musicisti di tutto il mondo, è stato fondamentale nel farmi scoprire modi di fare differenti. Paradossalmente, con un pubblico di persone che non parlavano mezza parola di italiano (ma neanche di inglese!), ho capito quanto potesse essere divertente e fico interagire di più con il pubblico.
A esperienza conclusa, trovi che il talent sia stato un trampolino di lancio oppure una zavorra?
E’ stato sicuramente un trampolino di lancio. La televisione resta un mezzo promozionale incredibile! E’ grazie a XFactor se abbiamo suonato tantissimo in questi anni. Il vero limite ce lo siamo dati da soli, scegliendo di cantare in inglese. Poi il discorso può essere diverso se sei un interprete e hai bisogno che sia qualcun’altro a darti un’identità precisa, ma in ogni caso devi lavorare sodo per concretizzare i tuoi obiettivi.
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Il nuovo progetto discografico ti ribattezza come MILLE. Cosa si cela in questo nome d’arte?
Io sono molto legata alla bambina che sono stata, non tanto per l’infanzia idilliaca che non ho avuto, ma per le cose belle che ho imparato in quegli anni. Ero estremamente vivace e curiosa. Quando iniziavo a giocare (non con le bambole, ma a fare le avventure), facevo un macello in casa e mio padre esclamava “eccola là, è arrivata la spedizione dei mille!”. Poi, ti dirò, inizialmente mi spaventava molto dover trovare un nome. Anche negli anni passati, quando mi chiedevano perché non provassi a fare qualcosa da solista, mi offendevo; non c’era assolutamente motivo per farlo! Quando ho iniziato a scrivere in italiano, però, l’ho capito io, come l’hanno capito (e me l’hanno fatto notare) anche Davide e Fabio: i nuovi brani avevano la mia faccia e non c’entravano più niente con i Moseek. E’ stato spontaneo cambiare nome.
Questa nuova identità come la possiamo immaginare in musica?
Il nuovo progetto lo immagino come un giradischi moderno. E’ batteria, pianoforte e chitarra suonati in una sala con le pareti in legno. Pochissima elettronica. Suona tutto molto organico, analogico ed estremamente vero.
Sembra essere un micro-cosmo profondamente diverso da quanto siamo stati abituati a sentire con i Moseek.
E’ una situazione particolare. In fin dei conti sono sempre io: prima scrivevo per i Moseek, ora scrivo per me stessa. Eppure con i Moseek abbiamo dato sfogo a un’anima molto elettronica, mentre adesso metto in musica una parte di me totalmente diversa. Le due anime convivono; sono entrambe roba mia, che mi piace e mi appartiene. Diciamo che adesso do voce a una parte che era rimasta più silente, che il nuovo progetto occupa tutto il tempo che ho a disposizione e che ora scrivere in italiano è la cosa che amo più fare.
Il tuo esordio da solista è arrivato con Supereroe, ma il brano non è più disponibile online, se non in piano e voce. Dov’è andato a finire?
Supereroe è stato un primo esperimento in italiano. Ancora non ero convinta di fare questa cosa e si sentiva. Suonavo ancora come i Moseek. Poi con Animali (ndr. il nuovo singolo) è cambiato tutto. Ho fatto ordine in testa e ho capito cosa volevo essere. E per coerenza abbiamo tolto Supereroe, lasciandola solo in versione piano e voce.
Possiamo allora dire che MILLE inizia con Animali?
Si. E’ il mio punto di partenza. Dopo Animali ho prodotto una grande quantità di canzoni, ma fin da subito ho pensato fosse giusto partire con quel brano proprio per la svolta che ha segnato.
Animali gode anche del supporto di un videoclip girato in un luogo estremamente quotidiano, che oggi non vediamo da settimane: un bar.
Volevo fare un video estremamente semplice, in cui presentarmi con trucco e vestiti che uso quotidianamente, senza filtri, né costumi di scena. Quando ho scoperto questo baretto su instagram, me ne sono innamorata per i colori, per quello che cucina (fanno il banana-bread) e per la sua storia: ha aperto nel 2 giugno ’87 ed è rimasto sotto la conduzione della stessa famiglia sino ad oggi. L’ho proposto al mio team, siamo andati a vederlo e se ne sono innamorati tutti. Tra quelle pareti siamo riusciti a riprendere la semplicità che volevo comunicare.
I bar riapriranno – si spera – con il 1 giugno, mentre per la musica non v’è ancora certezza. La tua agenda cosa ci dice sui prossimi mesi?
Purtroppo le cose che avevo in calendario per quest’estate sono tutte state cancellate. E’ tutto un punto interrogativo.
Allora lasciamoci così: dacci un buon consiglio su come vivere bene questa quarantena, secondo MILLE. Non fare caso al tempo che passa, ma a quello che abbiamo a disposizione. Mai fare il conto alla rovescia. Io ho smesso di guardare l’ora, infatti non so manco che giorno è oggi!
Viviamoci con lentezza.