TOdays festival per la sua settima edizione, nell’ultimo week-end di agosto, porterà a Torino non solo una sequenza di concerti, un arcobaleno di artisti internazionali e italiani tra cui 16 band delle quali 11 in esclusiva unica nazionale, ma un sogno e vuole farcelo vivere come ci racconta in questa intervista il direttore artistico Gianluca Gozzi. Todays è una celebrazione coraggiosa del presente che intende offrire spazio ai suoni che verranno, rendendo centrali musiche e luoghi di confine, anticipando idee e trend, sperimentando opposti per generare nuovi equilibri. Il festival vedrà tutti i musicisti, sia affermati che  emergenti, protagonisti nel raccontare le città del mondo a Torino e Torino, a sua volta, al mondo intero. Rispetto per la diversità, superamento dei confini, creazione di nuovi orizzonti saranno le linee guida che, attraverso la musica e l’arte, intendono restituire al suo pubblico, per tre giorni, un’esperienza di armonia e equilibrio, mischiando generi, emozioni, visioni.

Todays è come un figlio che vedi crescere. Che settima edizione sarà questa e che significato assume vissuta nuovamente al 100% dopo i disagi degli ultimi due anni, show cancellati, capienze limitate.

In controtendenza credo che non siano stati due anni di crisi, ma che la cultura sia in crisi in realtà da trent’anni  in Italia. Detto ciò questo periodo di pandemia è stato sicuramente più difficile, più faticoso, ma è un po’ come quando sei in mezzo ad un uragano: devi perseguire una metà, un obiettivo in maniera determinata con tenacia e passione, che è diverso dall’ostinazione che ti fa sbattere la testa sempre contro le stesse cose e spesso sbagliate. La tenacia arriva dal cuore, fa avere quella visione necessaria per fare, per costruire.

E’ sempre una ripartenza, non esiste di fatto per noi un format replicabile che risulterebbe oltretutto una copia sbiadita dell’anno precedente, che funzioni o non funzioni non ci interessa poi neanche tanto per la teoria del vincere facile ma ci basiamo su alcuni aspetti fondamentali che son emersi ancora di più in questo periodo di pandemia, uno su tutti “l’ascolto”. Arriviamo da anni in cui nel nostro paese l’offerta supera la domanda, ci son più cose di quello che servono, c’è più gente che suona di quella che va ai concerti e questo spesso tende ad abbassare la qualità e i ristori distribuiti apparentemente in maniera democratica ma in realtà a pioggia non hanno di certo contribuito in tal direzione, lo dico senza presunzione. “L’ascolto” di fatto significa, capire cosa la comunità musicale chiede e rispondere a questa richiesta. Richiesta che è tanto più competente e di qualità, tanto di più le persone hanno gli strumenti per poter capire cos’è un festival in cui chiamiamo festival troppo spesso cose che non lo sono, ed è qui il lavoro più faticoso. Il pubblico deve essere il vero e maggiore “azionista” del festival stesso, che vuol dire che non pensare a questo evento come fine a se stesso, vado ad un concerto e stop, ma come un evento di formazione.

La missione di Todays e credo di ogni festival, come per il teatro o per il cinema, è quella di formare il proprio pubblico, formare idee, formarsi noi come persone, formarsi nelle relazioni. Più un pubblico è formato, più è in grado di scegliere da “protagonista” cosa voler ascoltare e vivere. Mi avvicino quindi alla settima edizione con la convinzione maturata in questi due anni “diversi” che – con una edizione 2020 cancellata e un 2021 che ci ha visto essere tra i pochi a portar , nonostante diversi cambiamenti in corso, artisti e pubblico da tutto il mondo – non sia questa una ripartenza, che sia tutto ancora molto faticoso ma che ci siano ancora delle opportunità per rimettersi in gioco ovviamente.

Questa stagione estiva sarà fondamentale per ridare centralità alla cultura attraverso la musica? quanto è importante il sostegno di istituzioni e partner nel percorso che porta alla realizzazione di una rassegna o di un festival come il vostro?

Un festival in generale deve andar oltre la musica che conosciamo, quindi permettere alle persone e a noi stessi di osare per scoprire musiche nuove, va oltre il concetto del andare ad un festival perché mi piace o non mi piace quell’artista o quel genere, ma vado ad un festival per vivere emozioni e tensioni nuove. Lo diceva Joe Strummer nel 1978 allo stadio di Wembley con un pubblico numerosissimo che lo applaudiva, “non cerco l’applauso, il consenso facile, cerco la tensione”, quella energia creativa che ti permette di andare oltre e formarti  e fare cultura. Il ruolo di una istituzione come partner è fondamentale e necessario. Todays, è un festival che nasce tra l’altro dalla volontà della amministrazione comunale e fortemente sostenuto fin dall’inizio come “progetto”.  La necessità in questo momento storico è quella di abbandonare, ribadisco, il concetto di vincere facile, e quindi di organizzare evento che sono molto più vicini all’intrattenimento facile, con target precisi da raggiungere, tipo sagra di paese, con ovviamente più consenso politico, con numeri più grandi e risonanza “popolare” ma invece avere una visione. E’ tutto qui il nocciolo della questione: chi ha una visione, un progetto, un’idea, una narrazione che va oltre la semplice sequenza di concerti, con un artista piuttosto che un altro, ha anche una propria identità, ed è questo che deve generare cultura in Italia ed è fondamentale per riuscire ad alzare sempre più l’asticella.

In questi due anni credo, abbia invece di fatto preso piede la mediocrità e una visione contorta della musica, con l’artista che rappresenta il passatempo e che si esibisce per intrattenere il popolo. Ricorderemo tutti la frase infelice ad inizio pandemia “ringraziamo gli artisti che ci fanno divertire” con quella visione del musicista e delle annesse maestrenze come i giullari di corte. Il ruolo delle amministrazioni non è quello di calare dall’alto un evento preconfezionato di facile consumo ma quello di creare con il territorio e le sue eccellenze le condizioni affinchè quel territorio stesso possa mettersi veramente in gioco e rivelarsi eccellenza artistica e culturale quando lo è veramente.

Un tema “mondi musicali conosciuti e nuove intuizioni”, il rispetto delle diversità, il superamento dei confini, nuovi orizzonti e  tre headliner Tash Sultana, Fkj (che adoro), Primal Scream con caratteristiche uniche e differenti tra loro. Su cosa avente puntato in particolare quest’anno durante la fase costruttiva del cartellone?

Il messaggio di questa edizione è proprio quello di andare oltre, in un mondo che fa dei confini geografici tristemente motivo di guerre, con la musica banale da dirsi che può fare da linguaggio universale, che può unire anzichè dividere, eliminando anche confini di genere. Nel 2022 ormai a poco senso distinguere la musica in generi musicali, e quindi in Todays troviamo un festival che non si da limiti creando una sua narrazione, mescolando (ovviamente senza creare un minestrone) un pubblico diverso che gusti cose diverse. Il gusto è soggettivo ma la qualità della proposta è oggettiva, quindi per costruire un cartellone entrano in ballo due elementi fondamentali: quello che vorremmo fare, a partire dalla passione dai gusti dalla ricerca continua, da quello che pensiamo sia per noi il Todays, con musica contemporanea che unisca proposte del passato recente con nuove scommesse, anticipando il trend piuttosto che seguirlo. Due, la parte meno romantica, la priorità di un buon progetto che ha una identità, ovvero vedere le cose per come sono, per le reali possibilità. Allacciandomi alla tua prima domanda, un figlio se lo hai cresciuto bene sarà in grado di camminare con le sue gambe. E’ vero che le persone fanno la differenza, che il diretto artistico nella mia figura crea, ma sono fortemente convinto che un progetto culturale che in Italia abbia valore risulta poi indipendente dalle persone. Più io sono “inutile” più vuol dire che il festival è diventato grande e di successo. Creato un pubblico, una comunità forte di riferimento, non dico che il cartellone degli artisti si autocostruisca ma le cose hanno il giusto “fluire”.

Una narrazione che si illumina di fatto in un secondo momento, dopo averla realizzata. Fluida come la domenica che vede un filone ereditario nelle chitarre di Arab strab, Diiv, Primal Scream, Yard Act, oppure il sabato dove ci piaceva, dopo due anni di isolamento, individuare artisti che fanno di se stessi un orchestra vivente, concentrando la loro musica dal vivo in unico singolo sogetto, con FKJ abbiamo raggiunto questo obiettivo. Stesso discorso vale per Tash Sultana il venerdì, artista giovane ma anch’essa in grado di auto costruire sul palco una musica contemporanea di grande spessore.

Un nome che hai voluto a tutti i costi nel cartellone o su cui hai “scommesso”?

In generale ma vale anche per questa edizione, scopro sempre a posteriori quali sono gli artisti che dico “wow è stata una intuizione importante e hanno dato un valore aggiunto al festival”. Ad esempio quest’anno punto molto, per gusti personali, ma anche perché mi sembrano scommesse interessanti essendo gli artisti più giovani, sui GEESE (tour europeo annullato) e sugli SQUID che apriranno, rispettivamente il venerdì e il sabato nel main stage dello spazio211. Band di ventenni che prendono e reinterpretano le sonorità più free jazz, noise, post punk in maniera molto personale. Al di là dei nomi più altisonanti mi piace scommettere su questi artisti che magari diventeranno poi  veramente nomi importanti nel futuro. E’ la dimensione live che consacra: ci son artisti che sulla carta nì e poi dal vivo invece non avresti mai detto fossero in grado di creare quella magia artista – pubblico. Detto ciò per persone della mia età Screamadelica è stato un album fondamentale e poter vedere i Primal Scream festeggiare il trentennale sul nostro palco sarà, credo, una bellissima emozione che chiuderà la domenica del festival.

Se dovessi fare un invito a partecipare, a vivere Todays ad un pubblico che non c’è mai stato?

Vivere un festival come Todays ma sicuramente come altri in Italia è qualcosa che trascende appunto la musica. La vera ragione per andare ad un festival, oltre al tuo artista preferito, è l’atmosfera che vivi fatta non soltanto di quello che capita sul palco ma di qualcosa che ti cambia profondamente. Quello che dovrebbe convincere le persone a venire a Todays non è il “wow tornando a casa, è stato come me lo aspettavo” ma il contrario “wow è stato come non me lo aspettavo”. Cioè lasciarti stupire, lasciarsi contagiare, lasciarsi andare per vivere veramente delle emozioni.

Maggiori informazioni, biglietti e programma day by day: http://www.todaysfestival.com/