La natura, la potenza dei paesaggi e la loro ingovernabilità sono le forze che più di ogni altre muovono Wrongonyou e la sua musica. Marco Zitelli, questo il suo vero nome, il 9 marzo pubblicherà l’attesissimo album d’esordio dal titolo evocativo Rebirth, ma, attenzione, per poter ascoltare le canzoni che lo compongono non si dovrà aspettare così a lungo. Il ragazzo d’oro del folk italiano (ma dal respiro assolutamente internazionale) le suonerà in anteprima venerdì 16 febbraio al Mi Ami Ora, in Santeria Social Club a Milano. E se anche venerdì vi sembra lontano, gustatevi il video di Prove it.

Partiamo dalla scrittura: quando costruisci un pezzo, segui un’attitudine o cerchi il colpo mainstream?
Vedo la musica come uno sfogo e cerco di dare spazio a quello che è un bisogno senza pensare troppo al risultato. Se ne esce un pezzo particolarmente melodico mi dà grande soddisfazione ma l’approccio è quello di seguire più il cuore che inseguire un risultato a tavolino. Nell’eterno conflitto tra ce la voglio fare e devo seguire le mie attitudini il risultato finale per essere credibile deve sempre comunque soddisfare prima me che l’ascoltatore.

Tutti i tuoi video sono girati in spazi aperti lontano dalle città, come è stato passare dal video The lake girato vicino a casa tua  a quello di Prove it ambientato in Islanda?
Andare in Islanda è stata un’occasione gigante per confrontarsi con un mondo diverso, non è stato facile però, non tanto per il clima quanto per la potenza del posto che ha la capacità di rimetterti con i piedi per terra a contatto con una realtà maestosa. Mi è capitato anche letteralmente: mentre camminavo mi distraevo con pensieri scemi e mi trovavo a terra perché inciampavo in una buca, questo per diverse volte giuro (ride).

Quanto porti di questo amore per la natura nelle tue canzoni?
In Rebirth  parecchie canzoni parlano di natura e di cose che ci ruotano intorno: è fondamentale, non è “quanto me ne porto” è proprio il principale carburante dei miei pezzi.

Cosa ti fa invece svagare e staccare dalla musica?
Temo niente. La fregatura è che quando sono convinto di rilassarmi facendo una passeggiata, fumando una sigaretta o bevendo un bicchiere di vino è proprio il momento in cui parte un’ispirazione, così come durante vicende quotidiane o emozioni speciali che provo. In verità non stacco mai, la musica è la mia arma di sfogo e tutto quello che succede lo riporto lì. A pensarci bene non stacco neanche quando dormo (ride) perché a volte nel dormiveglia mi arrivano musiche in testa, non le penso e non le cerco, mi arrivano così a caso e ne consegue l’urgenza di trasformarle in qualcosa di concreto, infatti a volte mi spavento, è come se ci fosse una voce che mi dice: “devi produrre, devi produrre Marco”.

Abbiamo visto artisti importanti come Niccolò Fabi indossare la tua t-shirt, sei a conoscenza di avere tanti estimatori tra gli addetti ai lavori?
Fa molto piacere avere la stima e l’affetto del pubblico, a maggior ragione quando si tratta di artisti e colleghi che molto spesso sfocia in belle collaborazioni. Stiamo finendo un pezzo insieme a Daniele Silvestri, ho fatto questo bellissimo tour insieme a Niccolò l’estate scorsa nei teatri, ho visto e suonato in location stupende che mai credevo avrei visto, ho aperto due concerti di Levante ed è stato speciale l’incontro con i The Lumineers che mi hanno fatto una marea di complimenti. E’ bello perché la stima è reciproca sia dal punto di vista musicale che personale.

A proposito di location stupende, si parla molto in questo periodo delle due date live annunciate da Calcutta. Quale sogni potrà essere la tua Arena di Verona?
Beh, direi il Colosseo (ride ancora, questa volta nel suo modo travolgente e che ti può mettere di buonumore anche nel peggiore dei Blue Monday). Non tanto per manie di grandezza o protagonismo ma per campanilismo e affetto verso la mia città natale.

Sei stato, di recente, anche attore. Come è arrivata questa occasione? Era tra i tuoi sogni nel cassetto?
Stavo venendo a Milano in furgone per la prima data del precedente tour, conta che avevo un po’ di febbre, mi squilla il telefono con un numero sconosciuto, rispondo e mi fa: ” Ciao sono Alessandro Gassman..” “Ah, Ciao..come stai?”. Cioè hai capito? Mi è partito un colpo perché anche se non avevo mai avuto contatti con lui ho riconosciuto subito la voce e intuito che non era uno scherzo. Non avevo mai pensato di fare l’attore, nel cazzeggio tra amici mi piace essere un po’ mattatore facendo imitazioni o raccontando barzellette ma fino ad oggi non avevo mai recitato. Ad Alessandro, che non sapevo essere un mio fan, ero piaciuto nei miei video e mi ha promesso che se nel provino fossi risultato un cane me lo avrebbe detto, alla fine è andato bene. Fare parte de Il Premio si è rivelato un sogno oltre che per averne firmato la colonna sonora con Shoulders per aver recitato al fianco di Gigi Proietti che è uno dei miei idoli fin da quando ero bambino.

Questa esperienza ha cambiato il tuo modo di affrontare i live?
Sì, devo dire che ora c’è molta più confidenza con il palco e una miglior gestione del’ansia, ho acquisito un maggior controllo. Va detto che per mettermi a mio agio Gassman ha deciso di farmi girare la mia prima scena in accappatoio completamente nudo e da lì è stato tutto in discesa. Mi rendo conto di avere anche più sicurezza in me quando parlo, con i fan per esempio o anche solo per chiedere informazioni, prima ero timido e pesavo ogni parola ora sono più sciolto. E’ stata una bella crescita a livello personale e artistico, mi ha aiutato anche nel migliorare la gestione del tempo e a combattere la pigrizia perché ho scoperto che fare un film è abbastanza massacrante.

All’estero voci soul come le tue stanno trovando un trampolino di lancio in collaborazioni con dj e producer, quello del dancefloor è un mondo che potrebbe artisticamente interessarti?
Sicuramente si, al di là della visibilità, perché mi piace molto collaborare, e se penso a Sam Smith e alle sue collaborazioni con Disclosure in Latch e Naughty Boy in La La La non posso che augurarmi di avere occasioni simili.

Il “Rebirth – Tour” partirà ufficialmente a marzo. Queste le prime date: il 3 marzo al Bronson di Ravenna, il 10 marzo al Bangarang presso il Crazy Bull di Genova, il 21 marzo all’Auditorium Parco della Musica (Teatro Studio) di Roma, il 23 marzo al Circolo Kessel di Cavriago (RE), il 24 marzo al CSO Django di Treviso, il 20 aprile allo Spazio 211 di Torino, il 21 aprile al Vibra Club di Modena, il 28 aprile all’Ex Viri di Noicattaro (BA), il 5 maggio al Bookique di Trento e il 26 maggio all’AP Festival presso Chiesa di San Pietro in Castello ad Ascoli Piceno. Wrongonyou ha annunciato anche la partecipazione al SXSW 2018(South by Southwest festival) che si svolgerà come ogni anno ad Austin in Texas (USA) dal 12 al 17 marzo, e sono in arrivo le nuove date del tour all’estero.